A fine anno scade la sperimentazione su Quota 100, un sostanziale flop sia per il numero di aderenti, sia per l’impatto calcolato dalla Corte dei Conti, e andrà trovata la quadra per una riforma del sistema che eviti peraltro il temuto ‘scalone‘. Governo e parti sociali sono attorno ad un tavolo da diverso tempo, ora si entra nella fase in cui vanno messe nero su bianco le proposte. L’Inps ha presentato le proprie alla Camera, dove il presidente Tridico era impegnato nella relazione annuale.
Il presidente dell’Inps ha spiegato che “i due terzi dei 3,7 milioni di beneficiari del Reddito di cittadinanza, di cui un quarto minori, non risultano presenti negli archivi degli estratti conto contributivi negli anni 2018 e 2019, e sono quindi distanti dal mercato del lavoro e forse non immediatamente rioccupabili”. Dunque il paradigma secondo cui col Reddito di cittadinanza si sarebbe trovato un lavoro ai percettori era sbagliato in partenza. “La occupabilità dei percettori di RdC, purtroppo, è molto scarsa”, ha ammesso Tridico, uno dei promotori della riforma.
Tridico ha poi approfondito l’analisi sul flop di Quota 100. “La misura sperimentale e triennale di Quota 100 ha permesso il pensionamento anticipato di 180 mila uomini e 73 mila donne nel primo biennio 2019-2020. Dall’analisi del take-up di Quota 100 emerge che la misura è stata utilizzata prevalentemente da uomini, con redditi medio-alti e con una incidenza percentuale maggiore nel settore pubblico”. Inoltre, “rispetto agli impatti occupazionali attraverso la sostituzione dei pensionati in Quota 100 con lavoratori giovani, un’analisi condotta su dati di impresa non mostra evidenza chiara di uno stimolo a maggiori assunzioni derivante dall’anticipo pensionistico”, ha spiegato Tridico. Dunque anche la tesi della Lega, secondo cui con Quota 100 si sarebbero aperte le porte del mercato del lavoro ai giovani, è stata smentita dai fatti.
Nel rapporto trovano posto le tre proposte di riforma delle pensioni pensate dall’Istituto.
- pensionamento anticipato con 41 anni di contribuzione, a prescindere dall’età.
- calcolo contributivo con 64 anni di età e 36 di contributi.
- anticipo della sola quota contributiva della pensione a 63 anni, rimanendo ferma a 67 la quota retributiva.
Tridico ha evidenziato come “La prima proposta sia la più costosa, partendo da 4,3 miliardi nel 2022 e arrivando a 9,2 miliardi a fine decennio, pari allo 0,4% del Prodotto interno lordo. La seconda è meno onerosa, costando inizialmente 1,2 miliari, toccando un picco di 4,7 miliardi nel 2027, e per questo più equa in termini intergenerazionali. La terza ha costi molto più bassi: meno di 500 milioni nel 2022 e raggiungerebbe il massimo costo nel 2029 con 2,4 miliardi”.