Nel volo di ritorno dalla missione lampo al Cairo, per incontrare il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi ed il primo ministro Ibrahim Mahlad, Matteo Renzi informa che l’Italia sosterrà la proposta di mediazione egiziana per la crisi israelo-palestinese. Renzi è il primo leader europeo a sbarcare al Cairo. Italia e Egitto, dice, “condividono il rischio dell’instabilità della Libia e quindi la lotta contro il terrorismo che non può che essere portata avanti insieme al governo ed al popolo egiziano. Identica identità di vedute tra Italia ed Egitto la ritroviamo sull’iniziativa egiziana per mettere fine al conflitto a Gaza. E’ l’unica in grado di apportare una soluzione effettiva e porre fine all’emorragia di sangue palestinese nella Striscia”. Parlando con i cronisti mentre l’Airbus dell’Areonatica fa rotta verso Roma, un Renzi rilassato in una chiacchierata informale dice che il traguardo per la riforma del Senato è ormai vicino: “Si va avanti più spediti di quanto si potesse immaginare, questa è una riforma seria, è una grande riforma, della quale ancora non si è compresa appieno la portata”. Fa chiaramente capire che l’accordo con Silvio Berlusconi è ormai blindato e che si rivedranno, martedì o mercoledì prossimi, per parlare di legge elettorale e dei possibili ritocchi. “E’ importante che Berlusconi stia al tavolo della riforma elettorale così come è stato a quella per la riforma cosituzionale. Lo ritengo un segnale di serietà istituzionale. Lui me lo ha detto: sui provvedimenti del governo ti faremo la guerra, ma sulle riforme ti do una mano. E questo è un bene”. Quindi, riforme e legge elettorale al “bacio”.
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