Maria Elena Boschi ANSA/CLAUDIO PERI

Riforme, Renzi accelera sul Senato. Ddl Boschi domani in Aula al Senato

La riforma costituzionale sarà da domani all’esame dell’Aula del Senato, come ha deciso a maggioranza la conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama. Proseguirà ancora fino a venerdì, poi la prossima settimana e il termine per la presentazione degli emendamenti è stato fissato per mercoledì mattina alle 9.  Secondo il capogruppo di Fi Paolo Romani è stata una forzatura inaccettabile quella di portare subito la riforma in Aula, visto che gli emendamenti presentati in commissione erano stati ritirati e si sarebbe potuto procedere con l’esame in commissione. Anche la presidente del gruppo Misto Loredana De Petris è dello stesso avviso: ‘Avevano già organizzato tutto. Si comincia domani e si continuerà ad esaminare il ddl riforme fino a venerdì, per poi proseguire la settimana prossima. E’ stata tutta una procedura forzata contraria allo spirito costituzionale dell’articolo 138. E’ arrivato ieri il diktat di Palazzo Chigi di fare così e loro hanno obbedito. La presidente della commissione Finocchiaro ha dichiarato ieri l’inammissibilità degli emendamenti per far trovare Grasso davanti al fatto compiuto’. Fi, M5s e Sel avevano annunciato in commissione Affari costituzionali del Senato la disponibilità a ritirare gran parte dei propri emendamenti sulle riforme, dopo che un annuncio simile era stato fatto da Roberto Calderoli per la Lega. Le opposizioni hanno chiesto di porre ai voti immediatamente, prima della capigruppo delle 15, l’istituzione di un comitato ristretto in commissione, per trovare le intese sul testo. Il ritiro degli emendamenti è solo una manovra politica, come lo è stata la presentazione. Manovra prima, manovra ora, aveva commentato il capogruppo del Pd in Senato, Luigi Zanda. Certo è che anche dopo il ritiro degli emendamenti da parte delle opposizioni ne rimangono tremila, ha affermato il ministro per le Riforme, Maria Elena Boschi, lasciando la commissione Affari costituzionali del Senato per recarsi alla capigruppo. Le riforme non si bloccano, ha detto il sottosegretario Claudio De Vincenti, e se guardiamo da qui a quel dibattito risulta una cosa strana. I problemi del Paese sono quelli che stiamo affrontando qui oggi, che richiedono capacità di governo. Credo che tutte le forze politiche devono rendersi conto che ai cittadini interessa superare situazioni di stallo e i numeri ci saranno. ‘Io credo che sia necessario portare a compimento, in tempi certi e rapidi, dopo la prima lettura della Camera e del Senato e dopo 30 anni di discussioni, il percorso della riforma costituzionale. Resto convinta che ci siano le condizioni politiche e tecniche, anche sulla scorta del regolamento, per arrivare ad un testo ampiamente condiviso nel mio partito e nell’aula del Senato’, ha siglato la senatrice del Pd Anna Finocchiaro, presidente della Commissione Affari Costituzionali. Siamo in una situazione così seria, nella quale ogni forza politica deve assumersi le sua responsabilità senza farsi dominare da polemiche o risentimenti. I senatori del Ncd per far proseguire il ruolo positivo e costruttivo che il partito ha finora svolto devono votare a favore della legge costituzionale, casomai con il listino e con qualche modifica non all’art. 2, derivante dall’eccesso di ridimensionamento effettuato dalla Camera rispetto al ruolo del nuovo Senato, è il punto di vista di Fabrizio Cicchitto. Ncd garantisce quindi lealtà al governo: ‘La nostra’, spiega Renato Schifani, ‘è una posizione di coerenza. Faremo di tutto perché il percorso riformista vada avanti e si concluda nell’interesse del Paese. Lavoreremo per restituire al Senato delle funzioni che gli sono state sottratte e per il listino di Quagliariello sui senatori’. Per l’ex presidente del Senato non c’è uno stretto legame tra il voto sulle riforme e il cambiamento della legge elettorale che è oggetto di dibattito interno di Ncd. Il tema della modifica dell’Italicum è oggetto di un dibattito interno al nostro partito e Alfano ha riconosciuto che il tema esiste e probabilmente sarà posto in tempi successivi.  Da Forza Italia Renato Brunetta ribadisce le critiche al premier Renzi: ‘Al Senato, ormai è chiaro, Renzi non ha i numeri, non ha i voti per approvare la sua riforma costituzionale. Il presidente del Consiglio costringe la presidente Finocchiaro ad una violenza nei confronti del presidente Grasso, non ammettendo gli emendamenti all’articolo 2, cosa che non si è mai vista. Almeno 28 senatori del Pd voteranno contro, ma pare che faranno altrettanto anche 10-15 senatori del Nuovo Centrodestra di Alfano. Stando così le cose Renzi va a sbattere, e con lui il suo governo’,

 

 

 

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