“La procedura d’urgenza sulla legge costituzionale per far partire il processo riformatore è inopportuna. Suona come una sorta di sfiducia del governo verso il Parlamento. L’approveremo per senso di responsabilità e perché siamo consapevoli e convinti che la riforma della Costituzione è indispensabile al Paese che deve potere contare su istituzioni capaci di dare risposte immediate nel contesto di globalizzazione che le impone. Se non riformiamo il Paese avremo fallito tutti in questa legislatura”. Lo ha sostenuto il presidente dei senatori del Popolo della Libertà intervenendo nel corso del dibattito sulla procedura d’urgenza richiesta dal governo sul disegno di legge costituzionale che modifica l’articolo 138 della Costituzione.
“Noi abbiamo fiducia del governo – ha aggiunto Schifani- lo abbiamo votato e lo appoggeremo con lealtà ma abbiamo il sospetto che il governo non ne abbia altrettanta nei confronti del Parlamento. Indicare nella legge costituzionale che ci accingiamo a discutere ed approvare un termine perentorio di 18 mesi per la conclusione del processo riformatore potrebbe essere percepito come una sorta di commissariamento del Parlamento, una lesione della sua autonomia e indipendenza. Fuori dal Parlamento, si è avviato un dibattito astratto, da parte di persone esterne, le quali dibattono, ad esempio, su cosa dovrà essere il Senato e non si comprende bene se esse avranno il compito di redigere un testo legislativo e se il governo lo adotterà. Vogliamo qui ribadire che gli eletti sono i senatori ed i deputati che hanno la forza anche di autoriformarsi e che questo ruolo spetta esclusivamente a loro. Dobbiamo sgombrare il campo da questi sospetti e ragionare insieme mentre ribadiamo, come Popolo della Libertà, che il nostro impegno è di concludere il processo riformatore ancor prima dei diciotto mesi auspicati”.