Il direttore responsabile Andrea Viscardi

Rigore! Rigore! Rigore! Grida l’Arbitro Monti. E i tagli alla spesa pubblica?

di Andrea Viscardi

Il Premier Monti, rincuorato da Grilli che ha detto che il brutto sembra essere passato e che nel terzo semestre dovrebbe esserci la ripresa, al salone del mobile di Milano, parlando alla stampa, ha dichiarato che occorre continuare con la politica del rigore che nel lungo periodo (espressione fatua e di comodo non sapendo quantificarlo in termini di mesi o anni) porterà alla crescita economica. Ma il rigore, ci chiediamo sommessamente sig. Presidente vale solo per i più deboli? Mentre i tagli alla spesa pubblica che già da gennaio erano previsti nella Sua agenda di Governo che fine hanno fatto? Perché si riparla addirittura di una nuova tassa sulla casa? Nel frattempo aumenta la tassazione sui rifiuti. Intanto i mercati si attendono, ormai, i famigerati tagli alla spesa pubblica. Infatti, dopo tanti sacrifici imposti al Paese per tirarlo fuori dal baratro(è stato tirato fuori?), dopo i tagli sulle pensioni, l’aumento dell’Iva e dell’Irpef, dopo aver letteralmente impoverito il70% ella popolazione, sarebbe il caso di tagliare gli sprechi e le spese inutili, così da trovare risorse fresche per la crescita ed eventualmente ridurre la pressione fiscale, diventata insostenibile. La spesa pubblica nel2011 hasuperato il 50% del prodotto interno lordo. Una vera spada di Damocle che pende sul capo ormai chino e rassegnato di ogni italiano, che alimenta lo spread tra i nostri BTP e Bund tedeschi, tornato a livelli preoccupanti nonostante l’ottimismo che il Premier cerca di diffondere con i suoi discorsi che ormai non convincono più nessuno. La riprova ne è lo scetticismo dei mercati sulla possibilità che il nostro Paese consegua il pareggio di bilancio nel prossimo anno. La verità è che la difficoltà nell’operare significativi tagli alla spesa pubblica, nasce dalle ormai storiche ed endemiche resistenze di una burocrazia conservatrice e potente che si sente, oggi, ancor più inattaccabile perché al Governo siedono dei tecnici, anche se di spessore internazionale, ma pur sempre dei burocrati, potremmo definirli l’elite della burocrazia “illuminata”. Ma questo sarà difficile se non impossibile spiegarlo agli italiani schiacciati dal peso delle tasse con sevizi da terzo mondo. Il tempo delle demagogie e dei proclami, delle false speranze è ormai scaduto: bisogna adoperare il bisturi.

 

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