“Riina deve finire i suoi giorni in carcere in maniera dignitosa, questo ha detto la Cassazione e questo deve essere fatto. Non può essere presa alcuna ipotesi diversa, perché Riina fuori dal carcere significherebbe una resa dello Stato, di fronte a un criminale che ha sfidato lo Stato, che gli ha dichiarato guerra, compiuto le stragi di Capaci e via D’Amelio. Un criminale che si vantava delle stragi che aveva compiuto e si prefiggeva di farne altre”.
Così a Sky TG24 HD, Salvatore Borsellino, fratello di Paolo Borsellino, in merito alla possibilità di un differimento della pena per il boss Toto Riina. “Riina fuori dal carcere – ha proseguito – sarebbe una resa dello Stato, farebbe venire il sospetto che qualcuno stia pagando le cambiali che sono state firmate 25 anni fa nel corso di una scellerata trattativa tra Stato e mafia, in cui uno dei punti che c’erano nel ‘papello’ di Totò Riina era proprio l’abolizione dell’ergastolo e del 41 bis. I mafiosi accettano di poter passare qualche anno in galera, ma hanno il terrore di dover morire in galera. Questa è la pena più forte che deve essere comminata a Totò Riina, farlo morire in galera. Ovviamente gli deve essere assicurata una morte dignitosa, con tutte le cure di cui qualsiasi essere umano ha bisogno, su questo non c’è dubbio”. Di questa vicenda, ha concluso Borsellino, “mio fratello direbbe quello che disse prima di morire: ‘quando mi uccideranno saranno stati i mafiosi, ma non saranno i mafiosi che hanno voluto la mia morte’. Oggi se queste notizie corrispondessero a verità, se qualcuno davvero avesse intenzione di pagare delle cambiali e far uscire Riina dal carcere, allora questa sarebbe la seconda volta che uccidono Paolo Borsellino”.