Rimborsi illeciti, indagati 40 consiglieri lombardi. Spesi oltre 100 mila euro in viaggi, cene e cocktail notturni

Dopo il Lazio, anche la Lombardia finisce nel mirino delle Fiamme Gialle. Ma qui ‘Batman’ non c’è, almeno secondo Roberto Formigoni. “I nostri gruppi hanno rispettato le regole fino in fondo”, ha dichiarato l’ex presidente della Regione. Eppure per qualche strana coincidenza, quaranta consiglieri lombardi  risultano indagati  per presunto utilizzo illecito dei rimborsi dei gruppi consiliari. Secondo quanto trapelato dall’inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto di Milano Alfredo Robledo e condotta dalla Gdf milanese, gli indagati fanno capo al Pdl e alla Lega Nord ed in mattinata  siono state loro notificate le informazioni di garanzia. Ancora sconosciuti i nomi degli indagati, ma stando a quanto anticipato da Repubblica, tra gli indagati ci sarebbero i capigruppo in Regione Lombardia del Pdl e della Lega Nord, Paolo Valentini e Stefano Galli. A destare i sospetti degli inquirenti, alcune spese che i  politici avrebbero fatto con i fondi della Regione, e che avrebbero destinato ad attività diverse dalla politica.

Le indagini risalgono allo scorso 10 ottobre, quando i finanzieri si recarono in Regione per acquisire i rendiconti dei gruppi consiliari lombardi di Pdl e Lega dal 2008 al marzo del 2011. Già in quell’occasione vennero fatti i nomi del leghista ed ex presidente del Consiglio regionale, Davide Boni, già indagato in un’altra inchiesta per corruzione; l’ex vice presidente del Consiglio regionale ed ex assessore Franco Nicoli Cristiani (Pdl), anche lui accusato di corruzione in un’altra inchiesta; e l’ex assessore regionale Massimo Buscemi del Pdl. I consiglieri sono accusati di aver  utilizzato i soldi pubblici oltre che per spese di comunicazione e rappresentanza, anche per cene in ristoranti lussuosi, viaggi e colazioni al bar. Sono stati anche trovati scontrini fatti all'una di notte per diversi cocktail in locali alla moda di Milano.  Con i soldi pubblici sarebbero state acquistate persino munizioni da caccia per un valore di  750 euro. In totale, la somma spesa tra il 2008 e il 2012, periodo a cui si riferiscono le indagini, siu aggira intorno ai 100 mila euro.

Al momento i finanzieri del nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Milano stanno notificando un ordine di esibizione anche ai gruppi dell’opposizione. L'ordine è stato presentato anche nell’ufficio della presidenza del consiglio.

 

Minetti e Renzo Bossi tra gli indagati. C’è Anche Nicole Minetti, tra gli indagati dell’inchiesta su Pirellone, per i rimborsi dei consiglieri. L’ex consigliera utilizzò ben 16 euro per comprare il libro “Mignottocrazia”. Evidentemente l’igienista dentale non guadagnava abbastanza e la voglia irrefrenabile di leggere, l’ha portata a prendere quei soldi per uno ‘scopo nobile’. Cene esclusivamente di piacere invece quelle consumate al ristorante milanese da ‘Giannino’ per un conto di 400 . Nulla a confronto dei soggiorni all’hotel ‘Principe di Savoia’, per la ‘minima spesa’ di 832 euro, tutti presi ‘in prestito’ dalle casse pubbliche.  Comprato con i soldi dei fondi al partito anche un ipad da 750 euro, acquistato nonostante la Regione Lombardia ne avesse già dato uno ad ogni consigliere. In particolare l’elenco delle spese sospette effettuate da Nicole Minetti, tra il 2010 e il 2012, ammonterebbe a circa 27.000 euro. In base a quanto trapela dagli atti della Procura di Milano, la consigliera avrebbe speso oltre 6.000 euro nel 2010, circa 15.000 euro nel 2011 e più di 6.000 euro quest’anno. 

E’ indagato con l’accusa di peculato anche il figlio di Renzo Bossi, Matteo Renzi. 

 Tra le spese effettuate dal Trota ci sarebbero anche videogiochi, sigarette e bibite, in particolare la ‘Red Bull’. Tra gli indagati poi, da quanto si è  saputo, c’è anche un consigliere che avrebbe comprato coi rimborsi regionali anche il pane. 

Intanto Nicole Minetti è stata convocata dai pm di Milano  per il prossimo 19 dicembre. Da quanto si è  saputo avrebbe intenzione di presentarsi davanti ai giudici per rispondere e per difendersi dall'accusa.

 

Paolo Valentini. 118 mila euro sarebbero stati invece spesi dal Il capogruppo del Pdl nel Consiglio regionale lombardo, Paolo Valentini, che avrebbe fatto spese “estranee all'espletamento del mandato per una somma complessiva di oltre 118.000 euro tra il 2008 e il 2012”. In particolare, Valentini avrebbe speso anche “1.560 euro” per una cena da 26 coperti nel dicembre del 2008 e ''2.697 euro'' di prodotti elettronici.

 

 

Cecchetti.  “Spese Lombardia regolate da leggi precise”. In Lombardia le spese di funzionamenti e rappresentanza “sono regolate da leggi precise che stabiliscono come i Gruppi possano utilizzarle e come debbano essere rendicontate”. E’ quanto dichiarato dal presidente del Consiglio, Fabrizio Cecchetti, in merito all’inchiesta che vede coinvolti i consiglieri lombardi. “Da quanto emerge, sembra che la Procura abbia riscontrato che nonostante i paletti della legge e le verifiche contabili ci sarebbero comportamenti sospetti, penalmente rilevanti – ha osservato -. Confidiamo in un’ azione celere della magistratura affinché si distinguano eventuali comportamenti scorretti da quelli dei consiglieri che svolgono la propria attività  politica e istituzionale al servizio del pubblico correttamente”. “Le disposizioni – ha ricordato il presidente – stabiliscono che le voci ammissibili al rimborso si riferiscono a quelle per l'acquisto dei giornali, materiale d'ufficio, spese telefoniche e postali, stampa e informazione, spese di rappresentanza, consulenze , convegni e manifestazioni”. “In Regione Lombardia – ha aggiunto – la responsabilità del controllo è su diversi piani: dai presidenti e dai dirigenti dei gruppi, dagli uffici dell'amministrazione consiliare e per quanto riguarda un primo giudizio di congruità dall'Ufficio di Presidenza, e successivamente anche dalla Corte dei Conti lombarda”. E quindi e' ''convinto che nel giro di pochissimo tempo otterremo quella chiarezza necessaria in grado di ridare credibilità all’istituzione regionale”.

 

Albertini. “I controlli delle forze dell’ordine sulle spese in Regione Lombardia sono sacrosanti secondo Gabriele Albertini, l’ex sindaco di Milano ora candidato governatore. I controlli in corso – ha sottolineato – sono sacrosanti e le ipotesi di accusa di peculato sono gravi non tanto e non solo per l’eventuale uso illecito di fondi pubblici, ma perché esse suonano ancora più odiose in un momento congiunturale come questo in cui i cittadini italiani e lombardi sono chiamati a compiere gravi sacrifici e rinunce per procedere al risanamento economico”. “Da sempre – ha aggiunto – il mio agire è  stato intransigente verso tutti gli illeciti. Credo di averlo dimostrato negli anni in cui sono stato alla guida di Milano. Il mio impegno per la Regione Lombardia alla guida di Movimento Lombardia Civica ha tra i propri punti fondanti una nuova stagione di rigore e trasparenza della politica”.

 

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