Un vero capolavoro, in pieno centro città ma ancora semisconosciuto dal grande pubblico, in cui sembrerà di tornare improvvisamente indietro nel tempo di quasi trecento anni. È la splendida farmacia settecentesca del complesso ospedaliero degli Incurabili, fino a pochi anni fa condannata all’oblio ma che, grazie innanzitutto alla caparbietà di un primario dell’ospedale Ascalesi, Gennaro Rispoli, e dei suoi volontari, di recente è stata restaurata e tornata ad essere visitabile.La storia della riapertura di questo monumento mozzafiato rappresenta un’ulteriore testimonianza del grande fermento culturale, alimentato da un vitalissimo circuito di privati ed associazioni, che Napoli sta vivendo negli ultimi anni. Nonostante le grandi difficoltà.Costruita nel XVI secolo, ampliata e decorata tra il 1740 e il 1760, ricchissima di opere d’arte, la farmacia rappresenta l’idea dell’epoca di curare anche con la bellezza. Insuperato capolavoro del barocco-roccocò, è al tempo stesso efficiente laboratorio del farmaco ed intrigante luogo di rappresentanza per l’élite scientifica dell’Illuminismo napoletano. Un sontuoso scalone in piperno consente l’accesso alla prima sala in cui risplende uno straordinario pavimento maiolicato, mirabile opera dei maestri Massa, gli stessi ceramisti che realizzarono le più note maioliche del famoso chiostro di Santa Chiara, sempre a Napoli. Al centro troneggia un raro esemplare di tavolo lungo cinque metri ricavato da un solo pezzo di radica di noce. Ben presto lo sguardo del visitatore sarà rapito dalle spettacolari scaffalature a parete dove sono conservati 420 vasi policromi originali di diverse dimensioni ed in perfetto stato, anche questi finemente decorati dai Massa. I più grandi, le “maruffe”, contenevano pomate, i più piccoli sciroppi, usati per curare i pazienti dell’ospedale adiacente.
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