Rischio nucleare in Italia, i dubbi sulla iodoprofilassi: le Regioni fanno una richiesta al Governo

C’è il via libera da parte della Conferenza delle Regioni per il Piano nazionale per la gestione delle emergenze radiologiche e nucleari. Massimiliano Fedriga ha dichiarato che “proprio per consentire una rapida approvazione si sono svolte diverse riunioni di confronto con le amministrazioni centrali e fra le Regioni. Tutto ciò ha portato a un testo condiviso”. Tuttavia il presidente ha sottolineato un nodo che il Governo dovrà sciogliere riguardo la iodoprofilassi.

Rischio nucleare in Italia: cosa prevede il Piano

Ci sono tre scenari in cui il Piano si attiverebbe, che corrisponderebbero a diverse misure di precauzione per la salute pubblica.

  • Incidente a un impianto nucleare entro i 200 km dai confini nazionali.
  • Incidente a un impianto nucleare in Europa oltre i 200 km dai confini nazionali.
  • Incidente a un impianto nucleare in altre parti del mondo, con rischi anche nel nostro Paese.

Nelle aree interessate sarebbero attuate in via precauzionale le seguenti misure.

  • Blocco cautelativo del consumo di alimenti come verdure fresche, frutta, carne e latte, e mangimi prodotti localmente.
  • Blocco della circolazione stradale.
  • Provvedimenti a tutela del patrimonio agricolo e zootecnico.

Una misura particolare è quella del riparo al chiuso. In questo caso spetta alle autorità competenti compiere le seguenti azioni.

  • Comunicare alla popolazione il tempo di inizio e la durata della misura.
  • Restare in contatto con la popolazione con tutte le informazioni necessarie e gli aggiornamenti sulla situazione.
  • Istituire un numero verde informativo.
  • Fornire istruzioni specifiche alle scuole.
  • Fare fronte ai bisogni primari della popolazione, quali cibo, acqua, assistenza sanitaria ed energia, ed eventualmente procedere con il razionamento di beni e servizi.
  • Coordinare l’impiego delle strutture operative dislocate sul territorio.

Cosa prevede la iodoprofilassi e chi dovrà prendere le pastiglie di iodio

Tra gli scenari possibili c’è l’incidente nucleare con l’emissione di Iodio 131, che può causare il carcinoma tiroideo da iodio radioattivo in base alla fascia di età e a determinate condizioni.

Le pastiglie di iodio stabile, che saturarono la tiroide e impediscono al corpo di assorbire quello radioattivo inalato o ingerito da prodotti contaminati, andrebbero somministrate a queste persone a rischio.

  • Bambini e ragazzi da 0 a 17 anni.
  • Adulti da 18 a 40 anni.
  • Donne in stato di gravidanza e allattamento.

Sopra i 40 anni il rischio si riduce sensibilmente, e per questo le linee guida non prevedono la somministrazione delle compresse a chi ha più di questa età.

La richiesta delle Regioni al Governo sulla iodoprofilassi

Il presidente della conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga ha sottolineato in un comunicato stampa che le Regioni chiedono al Governo “di facilitare la distribuzione dello iodio stabile, anche con riferimento alla sua classificazione farmacologica”.

Per questo sarà necessario “emanare un documento attuativo integrativo che specifichi tempistiche, modalità, attività di comunicazione, soggetti coinvolti, ruoli e responsabilità”. Dunque delle vere linee guida che possano chiarire tutti i dubbi di cittadini, operatori sanitari e istituzioni sulle pillole di iodio.

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