Risorge uno storico marchio di auto russe

Che cosa sta succedendo in Russia nelle ultime ore? Qualcosa che sta facendo parlare tutti e, per una volta finalmente, non si tratta di guerra. Non trattiamo infatti il solito argomento: il conflitto che ormai da più di tre mesi coinvolge il Paese di Putin e l’Ucraina. Ci concentriamo ora su alcune dinamiche all’interno del settore automobilistico.

E, a proposito, non è la prima volta che affrontiamo un discorso che riguarda il comparto automotive, anzi.

Renault cede le sue quote

Nella giornata di lunedì 16 maggio 2022 il brand francese Renault ha annunciato l’ultima decisione presa,  ovvero quella di cedere le quote delle attività in Russia al governo di Mosca. Come comunicato dalla Casa, il Consiglio di Amministrazione del Gruppo ha approvato all’unanimità la firma degli accordi per dare il 100% delle quote detenute dal Gruppo in Renault Russia alla città di Mosca. E non è tutto, perché è arrivata anche la cessione contestuale del 67,69% della partecipazione in AutoVaz a Nami, l’Istituto centrale di ricerca e sviluppo su automobili e motori.

Come il Gruppo stesso ha fatto sapere, il passaggio delle quote non è soggetto ad alcuna condizione e tutte le autorizzazioni necessarie sono già state ottenute, dunque la chiusura dovrebbe avvenire senza ostacoli. L’addio, però, non sarebbe definitivo. Nel comunicato stampa della Casa si legge anche la precisazione su alcune opzioni che potrebbero concedere a Renault di tornare in Russia in un futuro non così lontano.

Un brand russo storico torna in auge

Oltre a queste e altre decuisioni che riguardano il settore automobilistico, possiamo dare un’altra notizia proprio delle ultime ore. Pare infatti che un marchio russo-sovietico storico sia destinato a rinascere e a riprendere la sua attività proprio partendo dallo stabilimento che il Gruppo Renault ha deciso di abbandonare di recente. L’obiettivo della vecchia Casa russa, che vuole tornare a splendere, è dedicarsi alla produzione di auto 100% elettriche.

Lo storico marchio russo di automobili è stato fondato ai tempi di Stalin, in quella che all’epoca era l’Unione Sovietica: il suo nome è Moskvich. Il sindaco di Mosca ha dichiarato di voler far rinascere il marchio ormai scomparso da tempo e di voler far ricominciare la produzione automobilistica in quella che era una delle fabbriche del Gruppo Renault. Le decisioni prese non sono di certo casuali e azzardate, anzi: si mira alla tutela dei posti di lavoro degli operai (e di tutto il personale) oltre che a far rinascere uno dei più importanti nomi dell’industria russo-sovietica dell’automotive. Un evento forte, soprattutto in un momento storico come questo, in cui della Russia si parla – è vero – ma non di certo di avvenimenti pacifici e sereni.

La chiusura dello stabilimento di Volgogradsky Prospekt è “un diritto del proprietario straniero”, secondo quanto dichiarato anche dal sindaco russo di Mosca Sergej Semënovič Sobjaninha, che ha dichiarato appunto di voler dare una nuova vita al brand fondato nel 1929, quasi un secolo fa, sfruttando la partnership con il costruttore di camion Kamaz. È stato lui infatti a sottolineare: “Insieme a Kamaz e al Ministero dell’Industria e del Commercio stiamo lavorando per localizzare la produzione del numero massimo di componenti automobilistici in Russia”.

La Russia mira ad acquisire il know how per la produzione di veicoli elettrici nel Paese, senza dipendere da altri stati. È chiaro per che nella prima fase di rinascita del marchio russo storico la produzione sarà concentrata sulle auto termiche tradizionali. Dobbiamo sottolinearlo, al momento parliamo di sole indiscrezioni, non abbiamo in mano alcuna informazione certa e nessuna comunicazione ufficiale, pare però che la cinese Jac potrebbe accorrere in aiuto della Russia, fornendo piattaforme e tecnologie per la rinascita di Moskvich.

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