Giudicano stabile la situazione del Paese, sono più propensi ad investire nei mercati finanziari e si approcciano alla sostenibilità con uno sguardo più critico: è la fotografia dei risparmiatori italiani che emerge dall’Osservatorio ANIMA 2023, realizzato in collaborazione con le società di ricerche di mercato Eumetra e Dogma Research a fine estate, su un campione di oltre mille adulti “bancarizzati”, cioè in possesso di un conto corrente o libretto bancario o postale. Ma quali sono oggi le tendenze e le abitudini di chi investe i propri risparmi?
Dall’indagine emerge che sulla situazione del Paese non ci sono variazioni di rilievo rispetto alla primavera scorsa, mentre si registra un lieve miglioramento del sentiment dei risparmiatori. Quasi 1 bancarizzato su 5 (il 19%) ritiene che le condizioni dell’Italia siano migliorate nell’ultimo anno, mentre fra coloro che investono la proporzione sale a oltre 1 su 4 (il 26%). Guardando al futuro il 51% dei bancarizzati ritiene che fra un anno la situazione del Paese sarà peggiore (il 48% la scorsa primavera), mentre per chi investe questo dato cala al 41% (44% sei mesi fa).
Il carovita incide sulla capacità di risparmio delle famiglie italiane: cala dal 56% al 53% la percentuale di chi riesce a risparmiare “con costanza” parte del proprio reddito, mentre fra coloro che investono non si registrano variazioni (il 72% del campione riesce a risparmiare parte del reddito).
Quanto alla propensione all’investimento: la differenza tra chi pensa che sia un buon momento per investire e chi pensa di no passa dal -37% di 12 mesi fa al -29% attuale. Il numero dei bancarizzati convinti che non sia il momento giusto per investire nei mercati cfinanziari scendono al 52% dl 56% precedente, mentre il totale chi ritiene che sia un momento “molto” o “abbastanza” adatto per investire cresce dal 20% al 23%.
Gli immobili restano comunque molto graditi dagli italiani: prediletti dal 35% dei bancarizzati e dal 34% degli investitori, mentre per la liquidità opta il 23% dei bancarizzati e il 21% degli investitori.
Con una propensione all’investimento in aumento, peraltro, i prodotti finanziari restano l’opzione preferita: li sceglierebbero il 52% dei bancarizzati e il 73% degli investitori.
Grande interesse soprattutto per le obbligazioni, indicate dal 16% dei bancarizzati e dal 26% degli investitori. Seguono le polizze vita e i fondi pensione, menzionati dal 20% dei bancarizzati e dal 24% degli investitori, e i certificati di deposito, scelti dal 16% dei bancarizzati e dal 22% degli investitori.
Degno di nota, infine, è il raddoppio delle preferenze degli investitori per bitcoin e criptovalute in genere, passate dal 6% della scorsa primavera all’attuale 12%.
Per la terza rilevazione consecutiva, continuano ad aumentare coloro che “hanno sentito parlare” degli investimenti ESG: la percentuale sale dal 55% al 58% fra i bancarizzati e dal 69% al 78%, fra gli investitori. Cresce anche la percentuale di chi è interessato a una consulenza sul tema: oggi sono il 70% contro il 66% di marzo 2023. Una maggiore consapevolezza che si accompagna, inoltre, ad una crescente domanda di performance: il 31% degli investitori esprime una preferenza più netta per il rendimento, dal 28% di un anno fa e dal 13% di due anni fa
Significativi, infine, i motivi che spingerebbero a un investimento sostenibile: il 34% dei bancarizzati e il 41% degli investitori lo farebbe confidando in una minore rischiosità; il 26% dei bancarizzati e il 28% degli investitori si farebbe invece guidare dall’allineamento ai propri valori etici; il 16% dei bancarizzati e il 20% di chi investe lo farebbe nell’attesa di rendimenti superiori.