Un ristorante deserto all'ora di pranzo nel quartiere di Borgo Pio, nei pressi di San Pietro, Roma, 27 ottobre 2020. ANSA/ALESSANDRO DI MEO

Ristoranti, cinema, palestre: il piano per le riaperture

L’ultimo giro di vite del governo Draghi, con l’abolizione delle zone gialle e bianche fino a fine aprile, sta producendo risultati: i contagi e l’indice Rt sono in calo, anche se resta alta la pressione sugli ospedali. E cresce il pressing per le riaperture di bar, ristoranti, cinema, teatri e palestre. La linea dell’esecutivo resta improntata alla massima cautela, perché riaprire troppo presto potrebbe portare a pesanti conseguenze in termini di malati e decessi. Il caso della Sardegna, passata in un mese da zona bianca a rossa, è lì per ricordarlo.

In attesa della valutazione dell’andamento della curva epidemiologica nelle prossime due settimane, il governo sta comunque lavorando in vista delle riaperture che, stando alle tempistiche annunciate da diversi esponenti del governo, dovrebbero arrivare a maggio.

Si sta lavorando a una serie di nuovi protocolli che permetteranno la riapertura, graduale, di ristoranti, cinema e palestre. Una serie di regole che verranno inserite nel prossimo decreto, previsto per il 26 aprile. Sul tema oggi si terrà un incontro tra il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini e il Comitato tecnico scientifico.

Il protocollo per la riapertura di bar e ristoranti verrà messo a punto nei prossimi giorni, ma stando alle anticipazioni del Corriere della Sera, si punterà a privilegiare i locali che hanno posti a sedere all’aperto.

Per evitare assembramenti è obbligatoria la prenotazione, e i tavoli devono essere disposti in modo da assicurare il distanziamento interpersonale di almeno 1 metro tra i clienti. Ad ogni tavolo al massimo 4 persone, tranne nel caso in cui siano tutti conviventi. Il personale di servizio deve indossare la mascherina, così come i clienti quando si alzano dal tavolo.

Tra le ipotesi al vaglio anche quella di consentire le aperture serali ma solo su prenotazione e se il locale ha tavoli all’aperto.

Per quanto riguarda cinema e teatri, verrà rivisto il protocollo che era stato approvato tempo fa per le zone gialle. La capienza massima resta fissata in percentuale alla metratura delle sale, ma non può superare i 200 spettatori. Prenotazione obbligatoria, l’entrata e l’uscita devono essere separate.

In sala deve essere un distanziamento minimo tra uno spettatore e l’altro, sia frontalmente che lateralmente, di almeno 1 metro. Tali distanze possono essere ridotte utilizzando barriere di plexiglass.

Al vaglio c’è la possibilità di richiedere alcuni requisiti per l’accesso degli spettatori: la presentazione di un certificato che attesti l’avvenuta vaccinazione o un tampone negativo nelle ultime 24 ore, e l’obbligo di indossare la mascherina Ffp2.

Per musei e mostre si punta alle riaperture anche nel fine settimana, con prenotazione online obbligatoria. Gli ingressi devono essere contingentati, con un numero massimo di visitatori all’interno e un limite di tempo per ogni sala.

L’entrata e l’uscita devono essere separate, visitatori e operatori devono indossare la mascherina. Inoltre si deve prevedere dei percorsi obbligatori per le visite in modo da evitare assembramenti.

Nelle piscine e nelle palestre ci si potrà allenare soltanto in forma individuale. In palestra si dovrà tenere una distanza interpersonale minima adeguata all’intensità dell’esercizio, comunque non inferiore a 2 metri, mentre per le piscine si arriva a 10 metri quadri per ogni nuotatore.

Vietato l’uso delle docce, vietato anche lasciare in zone condivise gli indumenti, che devono essere riposti in borse o zaini. Obbligatoria la pulizia di strumenti e attrezzi dopo ogni utilizzo.

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