epa08265954 A South Korean shopkeeper waits for customers at Gwangjang traditional market in Seoul, South Korea, 03 March 2020. The Organization for Economic Cooperation and Development (OECD) on 02 March slashed its 2020 growth outlook for South Korea to two percent due to the coronavirus outbreak. South Korea currently accounts for the largest number of infections outside mainland China. EPA/JEON HEON-KYUN

Ristoratori: emergenza nell’emergenza

Interventi urgenti per ridimensionare la pesante situazione che le ultime misure adottate a livello nazionale stanno avendo sulla categoria. Così il presidente dell’Associazione ristoratori e vicepresidente di Confcommercio Trentino Marco Fontanari si rivolge alle istituzioni locali e al mondo del credito, affinché si possano individuare alcuni provvedimenti che diano ossigeno al settore.

«Abbiamo avuto un incontro – spiega Fontanari – con la Provincia e stiamo attendendo alcune delucidazioni su aspetti tecnici e operativi. I ristoratori sono tra le categorie più colpite. Le esigenze di sanità pubblica non sono assolutamente in discussione, anzi!, ci impegnamo fortemente perché il senso di responsabilità e di civiltà di tutti sia massimo. Non possiamo però tacere il fatto che con queste nuove disposizioni le attività di ristorazione ricevono un colpo pesantissimo: la chiusura alle 18 sancisce di fatto una chiusura pressoché totale. Per il nostro ruolo e per le aziende che rappresentiamo abbiamo il dovere di esprimere forte preoccupazione per questo periodo difficilissimo. Serve un segnale chiarissimo da parte di tutto il sistema pubblico, dalle istituzioni alla politica fino al mondo del credito, perché dimostri la consapevolezza di voler essere al fianco – oltre che delle persone – anche delle imprese».

«Bisognerebbe – dice Fontanari – congelare tutto ma questo non è possibile: allora chiediamo una serie di interventi per tutelare il settore. Innanzitutto dal punto di vista del capitale umano, il nostro patrimonio: ci sono il fondo di solidarietà, la cassa in deroga e gli strumenti che andranno ripensati e rimodulati sull’emergenza che viviamo in queste ore. Chiediamo poi di posticipare le scadenze bancarie di 12 o 18 mesi, allungando il periodo delle eventuali linee di credito. Le scadenze fiscali vanno spostate di almeno 60 giorni, assieme alla possibilità di rateizzare i pagamenti».

«Sul credito in particolare – precisa il presidente dei ristoratori – c’è bisogno di garantire un accesso rapido e semplice alle imprese per far fronte ai problemi di liquidità, derogando anche, se necessario, ai rigidi parametri europei. La provincia, alla quale chiediamo anche di prevedere un sistema di indennizzo per i mancati incassi, potrebbe intervenire con un fondo di rotazione destinato alle imprese».

«Quando saremo fuori da questa emergenza – conclude Fontanari – e speriamo succeda il prima possibile, dovremmo impegnarci anche per promuovere una vera e propria salvaguardia dell’agroalimentare del nostro territorio, dalla produzione fino alla tavola, ritornando anche a discutere la contingentazione delle licenze».

 

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