Dopo aver raccolto il testimone del predecessore Roberto Gualtieri, partenza col “botto” per il neo Ministro dell’Economia Franco – uomo molto vicino al Premier Draghi – al quale è stata assegnata la poltrona più importante ma anche quella più scomoda nell’era del Recovery Fund.  Si parte da cartelle e ristori  con il MEF che visti i tempi stretti deve accelerare.

Come scrive il Sole24Ore,  serve, in fretta, un intervento per i 50 milioni fra cartelle e avvisi fiscali congelati dall’ultimo provvedimento del Conte-2 ancora per pochi giorni, fino al 28 febbraio. L’obiettivo dichiarato è  duplice:  far ripartire la macchina della riscossione ma in maniera soft,  in considerazione di un’economia ancora fiaccata e sfiancata dalla crisi. Va,  dunque scongiurata un’entrata a gamba tesa.

Capitolo fisco: altra proroga di (due mesi) della sospensione e un pacchetto di regole per allungare i tempi delle notifiche e quindi anche i termini di prescrizione delle pretese erariali.: questo il doppio binario sul quale si è lavorato al Ministero dell’Economia nelle ultime settimana.

Proprio quest’ultima parte – scrive il quotidiano economico  –  “sta prendendo sempre più piede in vista del nuovo provvedimento, nell’ipotesi di non rimettere mano a un congelamento generalizzato che in ogni caso prima o poi andrebbe abbandonato. Un nuovo rinvio, di almeno due mesi per allineare le scadenze al 30 aprile in cui è prevista (per ora) la fine dello stato di emergenza, dovrebbe però investire le cinque rate delle rottamazioni e le due del saldo e stralcio fermate dai decreti del 2020, e ora attese alla cassa il 1° marzo”. Parliamo di 950 milioni che, in assenza di un nuovo intervento, andrebbero pagati in soluzione unica dagli 1,2 milioni di contribuenti interessati per non decadere dalle definizioni agevolate.

Altro fronte caldo quelle delle cartelle: prende quota l’ipotesi “di  permettere all’Agenzia delle Entrate-Riscossione di dilazionare in due anni la notifica delle richieste fiscali rimaste nel limbo della sospensione avviata a marzo 2020”. Anche in questo caso la finestra temporale allargata, garantirebbe la necessaria flessibilità.

Si prova ad accelerare anche sul Dl Ristori  spinto anche dalle nuove misure che hanno colpito comparti importanti, quello del turismo invernale su tutti che in scia all’ennesimo stop, per giunta arrivato al fotofonish, è in pressing sul Governo.  Ma come sempre sulla strada, tutta in salita, non mancano ostacoli e criticità.