A 48 ore dalla chiusura delle urne, gli Stati Uniti non conoscono ancora il nome del loro prossimo presidente. La situazione, al momento, vede il candidato democratico Joe Biden in vantaggio nei confronti dell’attuale presidente, Donald Trump: secondo il conteggio della Associated Press — la più cauta e autorevole tra le agenzie statunitensi — Biden ha totalizzato 263 voti elettorali, contro i 214 di Trump. Secondo altri grandi network e media statunitensi, il conteggio è di poco inferiore per Biden: 253 a 214. Il motivo è legato allo Stato dell’Arizona: la Ap (e la conservatrice Fox News) hanno già attribuito questo Stato allo sfidante, mentre gli altri media (dal New York Times al Washington Post, passando per la Cnn) lo considerano ancora in bilico. Anche considerando questo calcolo, più conservativo, Biden è decisamente più vicino alla vittoria di Trump: al primo mancherebbero 17 voti elettorali, al secondo 56, per arrivare alla quota decisiva — i 270 voti elettorali che occorrono.
Joe Biden si avvicina sempre di piu’ alla Casa Bianca ma non c’è la proclamazione di un vincitore con il conteggio dei voti ancora in corso in cinque stati chiave. Stati in cui il sostanziale testa a testa tra i due candidati impedisce di fare una chiara proiezione. Biden pero’, dopo aver strappato a Donald Trump Wisconsin e Michigan, rischia di fare il pieno: rimontando a sorpresa in Georgia e Pennsylvania, dove con oltre il 95% dei voti scrutinati si assiste a una situazione di sostanziale parita’, e resistendo in Nevada e Arizona, dove l’ex vicepresidente resta leggermente in testa. Trump avanti invece in North Carolina seppur con uno scarto minimo.
Biden può vincere con 27 diverse combinazioni di Stati: dalla più semplice (la vittoria nella sola Pennsylvania, che vale 20 voti elettorali) a quelle più «limitate» (con una sconfitta in Pennsylvania, Georgia, North Carolina, e la vittoria in Arizona e Nevada: finirebbe 270 a 268). Trump ha soltanto 4 combinazioni ancora aperte per rimanere alla Casa Bianca. Il New York Times, cui si deve questo calcolo, nota anche che esista la possibilità di un pareggio: se Trump vincesse in Pennsylvania, North Carolina, Arizona e Nevada, e Biden in Georgia, entrambi avrebbero 269 voti elettorali.
Tutti i voti espressi di persona nel giorno delle elezioni sono già stati conteggiati: restano solo voti espressi per posta.
“Non ci saranno Stati rossi o Stati blu quando vinceremo. Ci saranno solo gli Stati Uniti d’America”. Joe Biden parla già da presidente, anche se la lunga maratona elettorale fatta di spasmodica attesa e notti insonni non si è ancora conclusa. Si contano ancora i voti in un pugno di Stati chiave, ma l’ex vicepresidente sente già le chiavi della Casa Bianca in tasca. Anche se Donald Trump, dovesse davvero perdere, non gliele consegnerà così facilmente.
Il presidente è sul piede di guerra. Parla di brogli e di elezioni truccate, e con una raffica di azioni legali prova in tutti i modi a bloccare e invalidare i voti conteggiati dopo l’Election Night del 3 novembre. Tutte quelle schede elettorali che quest’anno almeno 65 milioni di americani hanno preferito spedire per non recarsi ai seggi in tempi di pandemia. “Tutti gli Stati assegnati di recente a Biden saranno sfidati legalmente per frode elettorale. Ci sono un mare di prove!”, è il monito del presidente su Twitter. Lui, tenendo conto solo dei voti scrutinati nella notte dell’Election Day, si considera il vincitore di queste elezioni. Così il team dei suoi legali e della sua amministrazione ha contestato a colpi di carte bollate l’estensione dello scrutinio in Pennsylvania, North Carolina, Arizona, Nevada e Georgia, i cinque Stati chiave in cui si sta giocando la partita finale.