A partire da domenica 11 settembre, su Rai 1, sarebbe dovuta andare in onda una fiction intitolata Il Nostro Generale. Si trattava di un progetto dedicato a Carlo Alberto Dalla Chiesa, interpretato da Sergio Castellitto. Purtroppo, bisognerà attendere ancora un po’ per assistere ai quattro episodi della miniserie.

La rete, infatti, a causa della scelta di candidarsi per le Elezioni Politiche 2022, fatta da Rita Dalla Chiesa, ha deciso di far slittare la data di lancio. La diretta interessata, però, non ha accettato di buon grado questa svolta inaspettata. A parer suo, si tratta di una situazione inaccettabile.

Il Nostro Generale rappresentava una delle fiction più attese della stagione autunnale. Carlo Alberto Dalla Chiesa è stato un eroe senza precedenti. L’uomo, che da sempre si batteva per difendere la legalità e per sconfiggere le Brigate Rosse, perse la vita il 3 settembre del 1982, per mano della mafia. La miniserie Rai sarebbe stata un ottimo modo per onorare i quarant’anni dalla sua scomparsa. La rete, però, in base alle regole stabilite dalla Commissione di Vigilanza, ha deciso di ritardare la messa in onda. Rita Dalla Chiesa, infatti, parteciperà come candidata alle elezioni del 25 settembre con Forza Italia.

Rita Dalla Chiesa, però, non sembra vederla in questo modo. La modifica del palinsesto televisivo, infatti, l’ha lasciata interdetta. Durante la puntata del 24 agosto di Controcorrente, non ha potuto fare a meno di esprimere tutto il suo disappunto. Pare non essere la sola a pensarla in questo modo. Infatti, ha ricevuto anche il sostegno di personalità come Giorgio Mulè, Antonio Padellaro e Alessandro Sallusti.

Rita Dalla Chiesa non riesce ad accettare la decisione presa da Rai 1. Ritiene che si tratti di una mancanza di rispetto verso suo padre e che non sia affatto giusto nei confronti della sua carriera professionale. Ha ammesso di sentirsi profondamente a disagio per ciò che è accaduto. Prova un forte senso di colpa ed è convinta che venga sfruttata ogni occasione pur di attaccarla:

Mi ha fatto sentire in colpa, mi sento colpevole, mi sento a disagio, ogni cosa è buona per attaccarmi in base a mio padre.

Si è detta profondamente dispiaciuta per tutti quei carabinieri che, da tempo, stavano attendendo la messa in onda de Il Nostro Generale:

Mi dispiace per tutti i carabinieri che l’aspettavano, per gli appuntamenti per i 40 anni dalla morte di papà, come quella alla scuola allievi ufficiali con il presidente Mattarella.

Può davvero la messa in onda di una fiction dedicata a Carlo Alberto Dalla Chiesa influenzare gli elettori e favorire la figlia? Probabilmente no. A questo punto viene da chiedersi se fosse davvero necessario rimandare. O se, in caso contrario, la Rai si sarebbe sentita in dovere di compensare (essendo in periodo di par condicio) con un contraddittorio.

Non sappiamo se una fiction che celebra la storia di uno degli uomini che ha maggiormente segnato la storia italiana, e in particolare quella della lotta alla mafia, avrebbe potuto favorire la scalata politica della figlia  candidata nelle file di Forza Italia alle elezioni del 25 settembre. Certo è, invece, che la stessa Rita Dalla Chiesa ha definito “molto forzata” l’ipotesi che la Rai potesse rimandare la messa in onda della serie (in risposta, su Twitter, al giornalista Massimo Falcioni, il primo ad averla esposta). Ipotesi che, nei giorni successivi al post, si è rivelata reale, nonostante anche la diretta interessata avesse delle perplessità a riguardo. Altrettanto certo, poi, è che l’ingresso in politica della conduttrice potrebbe essere influenzato, piuttosto che da una fiction nata esclusivamente per celebrare suo padre, dal fatto che della famiglia Dalla Chiesa faccia parte anche Nando, suo fratello. Deputato dal 1992 ed ex Sottosegretario al Ministero dell’Università e della ricerca, è sempre stato schierato a sinistra, con posizioni decisamente opposte a quelle di Forza Italia.