Ritornano i vecchi contrasti di sempre

Il Corona Virus ci ha insegnato che nulla tornerà come prima, ma i vecchi contrasti tra le forze politica riaffiorano. La scienza ci dice che la ripresa sarà graduale, ma la politica non perde tempo e mette subito in campo i vecchi stereotipi:polemiche inutili create ad arte per dimostrare che ciascuna forza politica esiste.La voglia di ripartire è tanta,pari alla preoccupazione di non farcela, qualora dovesse protrarsi ancora per molto la quarantena. Intanto l’Italia deve non solo confrontarsi con l’epidemia, ma anche con le divisioni nell’esecutivo e con le opposizioni che ci consegnano il quadro di un governo circondato di sospetti di ritorno del populismo. Da questa situazione nasce la sensazione che l’emergenza Covid 19 faccia riaffiorare antiche posizioni oltranziste e velleitarie, che però non tengono conto che i margini di manovra sono molto ristretti,e che come Paese non siamo, in questo momento, in grado di mandare minacce all’Europa, né di imporre le nostre richieste sic et simpliciter al vertice del Consiglio d’Europa che si terrà il 23 Aprile e né soprattutto siamo in grado di piegare la volontà degli Stati del Nord Europa, trainati dalla Germania.Le tensioni tra M5S e Pd sono una riedizione di un recente passato, acuite da una crisi drammatica, mai vissuta dal nostro Paese dalla fine del secondo conflitto mondiale. E così facendo si finisce per svilire anche la figura del Premier Conte che con tanta fatica ha cercato di accreditarsi come garante dell’Italia verso l’Europa e nel contempo ha cercato di togliersi di dosso la casacca di guida della vecchia coalizione populista giallo-verde(M5S-Lega).Infatti è evidente a tutti che Conte ha consolidato il dialogo con Bruxelles connotandolo di forte credibilità: ma adesso che sta per compiere l’ultimo passo, forte anche di una particolare situazione internazionale, targata Covid-19, arriva il richiamo dalla Casaleggio e Associati in modo prepotente quasi a dire:” Ricordati che non sei nessuno. Là dove ti trovi lo devi a noi”. E la reazione del Premier sembra tanto ambigua quanto imbarazzata, perché da un lato cerca di attutire il richiamo, dall’altro di assecondarlo. Ma lui si rende ben conto che il gioco è molto pericoloso, perché potrebbe correre il rischio di essere ingoiato dal rigurgito di populismo e antieuropeismo, che sembravano solo apparentemente sopiti, con l’aggravante, ironia della sorte, di trovarsi dalla stessa parte anche dei suoi più ostinati avversari come Salvini e la Meloni. Certamente il Premier non può permettersi ulteriori indugi se non vuol passare alla storia come colui che ha portato l’Italia al disastro e alla fame. Di questa situazione che si è venuta a creare e delle pressioni incessanti dei M5S sul Premier, il Pd se ne è reso conto e con il suo segretario, Nicola Zingaretti sta cercando di mediare operando scelte di cautela che sono dettate da un oggettivo stato di necessità. E questo serve ad impedire che i contrasti si acuiscano e la situazione sfugga di mano. Se non ci rende conto che il Corona Virus ha segnato la fine di un’epoca, significa aggravare il trauma e precipitare verso il baratro.

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