Ritorno a scuola dal 5 settembre con il debutto del 4+2 del ministro Valditara

Nonostante le voci di un possibile posticipo della data di inizio della scuola, che ha fatto sobbalzare le famiglie italiane, la scuola riprende regolarmente a settembre, con le principali novità introdotte dalla riforma Valditara.

Dopo le polemiche sui diplomifici che un po’ ovunque appaiono in Italia, e la proposta dei sindacati di cominciare le lezioni a ottobre per il caldo, quello che sta per prendere il via è un vero nuovo inizio per la scuola, con moltissime incognite. A fine luglio la Camera dei Deputati ha infatti approvato in via definitiva il ddl di riforma dell’istruzione tecnico-professionale, che introduce il modello 4+2 tanto voluto dal ministro Valditara, una nuova filiera tecnico-professionale per ridurre il mismatch tra scuola e lavoro.

“Con questa nuova filiera costruiamo un canale di istruzione di serie A, in grado di dare una solida formazione ai nostri ragazzi, secondo programmi fortemente innovativi, che assicureranno competenze teoriche e pratiche di qualità, anche grazie al contributo delle imprese”, ha detto il ministro Valditara: “Il nostro obiettivo è un sistema di istruzione che consenta al sistema produttivo di avere le professionalità necessarie per essere competitivo. Un maggior collegamento tra formazione e impresa”.

Quali sono le principali novità a scuola? Ecco una sintesi:

grazie al modello 4+2, gli studenti dei percorsi quadriennali potranno accedere direttamente ai corsi degli ITS Academy (si tratta di scuole di eccellenza ad alta specializzazione tecnologica post diploma che permettono di conseguire il titolo di tecnico superiore). In alternativa, il percorso quadriennale conferisce un titolo di studio spendibile nel mondo del lavoro, al pari di un diploma quinquennale, e consente di iscriversi all’università

vengono istituiti i “campus”, reti che collegano l’offerta didattica degli Istituti tecnici e professionali, degli ITS Academy e dei centri di formazione professionale

maggiore interazione con il mondo del lavoro grazie alla presenza di esperti provenienti dalle imprese

sono potenziati lo studio delle materie STEM, delle lingue, i laboratori e i cosiddetti Pcto-Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento

le scuole potranno anche riservare alcune ore per attività legate al territorio

divieto assoluto di cellulari in classe.

Alcune associazioni di categoria hanno chiesto al ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara di tornare a scuola a ottobre per le eccessive temperature di alcune città, ma la richiesta, apparsa davvero strampalata, è caduta in un nulla di fatto.

Scuola, il conto alla rovescia è partito e tra il 5 e il 16 settembre, in base ai diversi calendari regionali, torneranno in classe poco meno di 8 milioni di alunni di scuola statale e paritaria, di cui 935mila stranieri. Tra loro, nelle scuole statali, vi saranno 320mila alunni con disabilità. E allora, con un occhio ministeriale puntato sulla multiformità della richiesta e una variegata risposta, oltre alle consuete questioni che caratterizzano l’inizio di ogni anno scolastico (nomina del personale, carosello di supplenti, batoste dei libri di testo a carico delle famiglie, ecc.), la domanda che si pone è: quali novità riserva il nuovo anno a quegli 8 milioni di alunni? Ai circa 860mila docenti di scuola statale, di cui 250mila supplenti? E agli oltre 200mila ATA (personale non docente)?

Scuola, l’indagine Tuttoscuola e le 8 principali novità che partiranno subito.

Quali cambiamenti di cui si è parlato sono ai blocchi di partenza e quali invece ancora in cantiere e partiranno dal 2025-26? Le innovazioni avviate o programmate sono davvero numerose. Vediamole riassunte nel dettaglio e suddivise tra quali sono in procinto di tradursi in realtà da quest’anno e quali necessitano di maggiore tempo, se non altro per le norme attuative. Allora ripartiamo da Tuttoscuola, che ha censito 8 principali novità che partiranno subito, alcune delle quali impatteranno sull’attività in classe. Mentre altre – segnala Italpress a riguardo – sono di carattere organizzativo o di governance. Mentre altre 5 che prenderanno avvio probabilmente dal successivo anno.

La nuova Educazione civica e il concetto di “Patria” per la maturità.

Tra le prime, la nuova Educazione civica, con al centro il concetto di Patria, il “capolavoro” per la maturità: ossia un prodotto che i maturandi considerino la loro opera migliore e che potranno presentare all’esame. E poi il divieto dello smartphone in classe per 4 milioni e mezzo di alunni del primo ciclo dalla scuola dell’infanzia alla terza media. La partenza del “4+2”, l’importante riforma degli istituti tecnici e professionali in collegamento con gli ITS che punta a porre rimedio al “mismatch” tra domanda e offerta di lavoro, costituendo un secondo canale di pari dignità rispetto alla filiera licei-università.

Scuola, per i docenti scatta la “formazione incentivata” per chi svolge funzioni di supporto e di coordinamento.

Fino alla cosiddetta “formazione incentivata”: 30 ore di formazione retribuita per i docenti che svolgono funzioni di supporto e di coordinamento, un avvio verso quella che dovrebbe essere la carriera per chi insegna. Quest’anno entra in vigore anche la riforma del Ministero dell’istruzione, con una alternanza di direttori generali e con l’entrata in operatività del nuovo CSPI (Consiglio superiore della pubblica istruzione), che ha rinnovato i suoi componenti.

Voto in condotta, giudizi sintetici nella primaria e lezioni extra di italiano per gli alunni stranieri.

Tra le riforme di cui si è parlato molto ma per le quali bisognerà aspettare verosimilmente l’anno scolastico 2025-26 – in quanto l’iter approvativo non è ancora terminato – il voto di condotta (con la relativa bocciatura se sotto il 6). I giudizi sintetici nella primaria. E le lezioni extra di italiano per gli alunni stranieri neo arrivati o comunque con scarse competenze linguistiche di base in italiano. Tale potenziamento nella nostra lingua riguarderà probabilmente un numero preciso di alunni stranieri: secondo una stima di Tuttoscuola non più di 10 mila nel primo ciclo, pari al 6% degli alunni stranieri nati all’estero. E al 2% del mezzo milione di alunni stranieri del primo ciclo.

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