Roberto Caligiore, sindaco carabiniere di FdI a Ceccano arrestato per corruzione sugli appalti

C’è anche Roberto Caligiore, il sindaco carabiniere di Ceccano di Fratelli d’Italia, tra i nomi dei tredici imprenditori, professionisti e dipendenti comunali arrestati tra le province di Frosinone e Napoli. Il reato è di corruzione sugli appalti  di lavori pubblici finanziati con il Pnrr e per l’accoglienza dei migranti. Roberto Caligiore è nato a Siracusa in Sicilia, ha cinquantacinque anni, è sposato e ha due figli. È stato eletto sindaco di Ceccano per due mandati, la prima volta il 15 giugno del 2015 e la seconda nel 2020. Caligiore è il punto di riferimento di Fratelli d’Italia della premier Giorgia Meloni in provincia di Frosinone e consigliere provinciale ed è legato al deputato Massimo Ruspandini. Al comune di Ceccano guidava un’amministrazione fortemente di destra, con Fratelli d’Italia come cardine, con all’interno anche esponenti di Lega e Forza Italia. I due mandati di Caligiore hanno portato la destra a Ceccano, per decenni città rossa per eccellenza del Frusinate. Prima ancora Caligiore è stato eletto per due volte consigliere comunale, il 31 maggio del 2007 e il 12 maggio del 2012. Oltra alla politica, fa parte dell’Arma dei carabinieri, nella quale si è arruolato nel 1988, ha ricoperto il ruolo di Pilota di Elicotteri; a maggio del 2009 è diventato volontario del soccorso della Croce Rossa Italiana. Un curriculum il suo, costellato di medaglie, benemerenze ed apprezzamenti.

Tra gli indagati, oltre al sindaco del Comune in provincia di Frosinone, ci sono anche altri funzionari e dipendenti dello stesso Comune. La Polizia di Stato ha diffuso un comunicato stampa sull’inchiesta sulla corruzione negli appalti del Pnrr, che ha portato all’arresto – come detto – del sindaco di Ceccano Roberto Caligiore, di Fratelli d’Italia.

L’attività di indagine diretta dall’Ufficio di Roma della Procura Europea, investigatori della Polizia di Stato della Squadra Mobile di Frosinone e del Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine di Roma, ha portato all’esecuzione di 13 misure cautelari personali e sequestri emessa dal G.I.P. del Tribunale di Frosinone nei confronti di un gruppo di persone, ritenute gravemente indiziate di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione.

In aggiunta alle 13 misure cautelari (dieci indagati sono agli arresti domiciliari), la Polizia di Stato ha eseguito anche il sequestro preventivo finalizzato alla confisca dei proventi illeciti incamerati dai membri dell’associazione, per un importo superiore ai 500 mila euro.

L’inchiesta è uno dei primi risultati delle attività investigative coordinate dalla Procura europea (EPPO) nell’ambito del reato di corruzione legato ai fondi PNRR.

Ciò che è stato portato alla luce è quello che nel comunicato è definito “un articolato sistema corruttivo all’interno del Comune“, dove “soggetti esterni all’amministrazione comunale hanno potuto pilotare alcuni importanti appalti, incontrando i favori e la complicità del sindaco e di rappresentanti di quei settori comunali dove venivano gestiti i fondi destinati alla realizzazione di opere e servizi”.

L’associazione per delinquere sarebbe stata in grado di gestire illecitamente una serie di concessioni pubbliche e autorizzazioni e l’assegnazione di appalti pubblici per un valore accertato attorno ai 5 milioni di euro, riscuotendo l’illecita dazione di denaro tramite un innovativo e articolato sistema di tangenti. Il denaro, riciclato attraverso un sistema di fatturazioni e bonifici indirizzati ad aziende fittizie, è stato poi monetizzato e consegnato a mano ai vertici dell’associazione.

Gli appalti che hanno suscitato l’interesse degli indagati sono finanziati con fondi del Pnrr e con fondi europei per la gestione dell’accoglienza dei migranti.

Più nello specifico, l’indagine ha interessato i lavori di riqualificazione del centro storico (666.500 euro), i lavori di messa in sicurezza e riduzione del rischio sismico della scuola elementare di Borgo Berardi (440.000 euro) e i Lavori di restauro Castello dei Conti (1.386.000 euro), tutti affidati con procedura negoziata senza previa pubblicazione del bando di gara, nonché l’appalto per i servizi di accoglienza integrata per i richiedenti asilo e i rifugiati.

Per tale appalto, relativo al triennio 2021/2023, la cooperativa in questione ha ottenuto dal Comune di Ceccano più di 1.500.000 euro. Nel solo 2022 la stessa cooperativa ha effettuato in favore di una delle società riconducibili all’associazione criminale bonifici per una cifra totale pari a circa 60 mila euro, per asseriti servizi di pulizie.

Il sindaco di Ceccano Caligiore e la microspia

A luglio 2023, proprio Caligiore aveva denunciato pubblicamente di avere trovato sulla sua automobile una microspia per intercettare le sue conversazioni.

Il sindaco di Ceccano aveva portato la microspia alla Procura di Frosinone, dichiarandosi a disposizione degli inquirenti qualora si fosse trattato di una cimice posizionata legalmente.

Da allora non si era più saputo nulla, fino agli arresti di cui ha dato notizia la Polizia di Stato.

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