La nota rivista ‘Rolling Stone’ ha celebrato il cambio di direttore prendendo una posizione netta contro il ministro dell’Interno. ‘Noi non stiamo con Salvini’, dice la copertina dell’edizione cartacea sopra una bandiera della pace.
Rolling Stone è un periodico statunitense di musica, politica e cultura di massa. Il nome della rivista trae origine dal singolo di Muddy Waters ‘Rollin’ Stone’ e venne inizialmente identificato con la scena hippie, per poi prendere le distanze dal mondo delle riviste undegound e dall’orientamento politico radicale delle stesse, abbracciando anche canoni giornalistici più tradizionali. Ma la politica rimase un elemento fondamentale della rivista ospitando inchieste politiche viste da una prospettiva orientata a sinistra.
Per festeggiare quello che la rivista chiama il ’50º Anniversario del Rock’ nel 2004 Rolling Stone iniziò a pubblicare degli elenchi che individuassero le pietre miliari della storia del rock. Questi elenchi destarono molte discussioni tra i critici.
Qualche giorno fa, come si diceva, ha pubblicato un articolo dal titolo: ‘Noi non stiamo con Salvini. Da adesso chi tace è complice’.
‘Fa male vedere, giorno dopo giorno, un’Italia sempre più cattiva, lacerata, incapace di sperare e di avere fiducia negli altri e nel futuro. Un’Italia rabbiosa e infelice. Fa ancora più male prendere atto che questa rabbia si è fatta potere. Non vogliamo che il nostro Paese debba trovare un nemico per sentirsi forte e unito. Per questo non possiamo tacere.
I valori sui quali abbiamo costruito la civiltà, la convivenza, sono messi in discussione. Ci troviamo costretti a battaglie di retroguardia, su temi che consideravamo ormai patrimonio condiviso e indiscutibile. I sedicenti ‘nuovi’ sono in realtà antichi e pericolosi, cinicamente pronti a sfruttare paure ancestrali e spinte irrazionali. Dobbiamo opporci a chi ci porta indietro, a chi ci costringe a diventare conservatori. Not in my name, non nel mio nome, nel nostro nome. Questo dev’essere chiaro, da subito. Così com’è chiaro che solo provando a stare insieme possiamo tornare ad avere un presente, e immaginare il futuro.
Rolling Stone, sin dalla sua fondazione, 50 anni fa, significa impegno nella vita politica e sociale, lotta al fianco degli ultimi e coraggio nel dire sempre da che parte sta. Caratteristiche vitali e per noi irrinunciabili. Crediamo che oggi in Italia sia fondamentale prendere una posizione chiara, crediamo che volgere lo sguardo dall’altra parte e aspettare che passi la bufera equivalga a essere complici, crediamo, una volta di più, nel soft power della cultura pop, nella sua capacità di unire, condividere, accogliere.
Perciò abbiamo chiesto ad artisti e protagonisti della vita culturale italiana, che tante volte in questi anni abbiamo incrociato e raccontato. Di seguito i pensieri di quelli che condividono la necessità di lottare insieme perché l’Italia rimanga una società aperta, moderna, libera e solidale’.
Rolling Stone
‘Abbiamo cercato tutti quelli che potevamo raggiungere in breve tempo; musicisti, attori, artisti, scrittori e figure legate allo showbiz e alla tv. In molti hanno risposto, altri hanno motivato con intelligenza e passione il loro no, alcuni non hanno risposto, altri hanno detto un no interessato. Ci spiace per questi ultimi, non perché oggi siano meno amici di Rolling Stone, ma perché sono meno amici dell’Italia e di loro stessi. Di seguito trovate i pensieri di quelli che condividono la necessità di lottare insieme perché l’Italia rimanga una società aperta, moderna, libera e solidale.
Ce n’est qu’un début; non finisce qui’.
Naturalmente ometto coloro che hanno risposto all’appello e coloro che lo hanno declinato.
‘Sono strani questi attacchi ad personam, ma alcuni di questi cantanti e registi mi piacciono e continuerò a seguirli’, taglia corto Salvini. Che, poi, continua: ‘Gli appelli non vengono dagli operai, dagli studenti, dai pensionati e da chi vive nelle case popolari. Qualcuno di questi multimilionari, firmatari di appelli radical chic, spalancasse le porte della propria megavilla e accogliesse a sue spese chi ritiene. Io tiro dritto nel nome della sicurezza, dell’ordine, del controllo dei confini, della chiusura dei porti e all’apertura degli aeroporti per chi scappa davvero dalla guerra. Dopodiché se c’è qualcuno che se la vuol cantare e suonare hashtag ‘canta che ti passa’ e divertiamoci, perché la musica è sempre bella’.
Se Salvini si pone come ‘uomo del popolo’ contro i ‘poteri forti’, se per mesi, anni, ha lavorato per posizionarsi come quello che partendo dal basso, contro giornali, tv, intellighezie varie, da solo vuole sconfiggere il ‘sistema’, il blocco di personaggi scelti da Rolling Stone non può che rafforzare la principale narrativa salviniana.
Salvini ha ignorato qualsiasi argomentazione portata avanti da Rolling Stone per focalizzarsi sui ‘milionari’ che non hanno contatti con ‘il paese reale’.
La sinistra ha sempre avuto la strana ossessione di contarsi tramite questo genere di iniziative.
Significativa la reazione di Giulio Rapetti in arte Mogol, paroliere di Lucio Battisti e autore di brani che restano scolpiti nella storia della canzone d’autore italiana, che prende a picconate l’iniziativa della rivista ‘Rolling Stone’ e si sfila dal carrozzone degli anti-Salvini: ‘In Italia non è in pericolo la democrazia, non è minacciata la libertà, non è in discussione la Costituzione. È il solito effetto gregge…’.
Quanto alle iniziative del governo gialloverde Mogol è realista e apprezza: ‘Un governo va giudicato per quello che fa, senza pregiudizi, e finora sul tema immigrazione quello di Giuseppe Conte si sta muovendo bene. Il vero allarme, semmai, viene dall’Africa’. Questa la posizione espressa dal grande paroliere, come già più volte dichiarato in sedi autorevoli: ‘L’Italia deve pretendere, partecipando per la sua quota, che ci sia un gigantesco piano di investimenti in Africa. Nell’agricoltura in particolare. Senza un Piano Marshall per l’Africa non ne usciamo, continueremo a ricevere gente in fuga dalla disperazione che poi bighellona per le nostre strade’.
Antonella Di Pietro