A via Veneto è andata in scena ieri la violenza, quindi una via Veneto non di dolce vita ma di vita feroce. Feroce vita fatta di scontri e di cariche. Cariche delle forze dell’Ordine. Tutto è partito da Porta Pia, dove c’è la sede del Ministero del Lavoro, con autorizzazione di questore e prefetto per un corteo. Una sfilata autorizzata, tutto qui. Ed invece no, vista la partecipazione dei No Tav e No Muos. Dopo il corteo è arrivato a via XX Settembre, sfilando davanti al dicastero dell’Economia. E qui salì la tensione, con lanci di uova ed arance dirette al palazzo, ben protetto da un cordone di agenti in tenuta antisommossa. A via Veneto, dopo aver superato il largo di Santa Susanna i manifestanti hanno lanciato petardi e fumogeni. La polizia ha caricato. Ovvero, ha dato lo start a piccoli gruppi di violenti infiltrati tra la folla di 15mila partecipanti che si sono staccati con caschi e bombe carta. Risultato? 21 feriti tra sette manifestanti e 14 agenti. Il più grave degli agenti ha una ustione ad una gamba, provocata dall’esplosione di una bomba carta. Il più grave dei manifestanti ha una mano amputata a causa di un ordigno che gli è esploso in mano. La guerriglia è andata avanti per 20 lunghi minuti, dove tutti sono stati caricati. Anche donne e bambini. Le forze dell’Ordine, e che ordine, hanno respinto tutti verso via Barberini. Il sindaco di Roma, Ignazio Marino, ha affermato che manifestare è un diritto sacrosanto, ma la violenza ha infangato tutta la città perché trasformata in scontri e disordini. Bravo Marino, clap clap. Peccato solo che queste parole doveva dirle prima, durante il comitato per l’ordine e la sicurezza. Cosa devo aggiungere? Niente, tirate voi lettori fuori le considerazioni…
Cocis