Rome's Mayor Virginia Raggi during the ceremony for the 73rd anniversary of the defense of Rome on 8 September 1943, at Porta San Paolo (San Paolo Gate), in Rome, Italy, 8 September 2016. The September 10, 1943, Porta San Paolo was the scene of the extreme Italian army attempt to avoid the German occupation of Rome. ANSA/MASSIMO PERCOSSI

Roma: ‘Anche Virginia Raggi nella rete dei pm’

‘Sono stati fatti degli errori che Virginia ha riconosciuto: si è fidata delle persone più sbagliate del mondo. Da oggi si cambia marcia. Bisogna riparare agli errori fatti per fugare ogni dubbio. L’attività fatta da persone che si sono dimostrate inaffidabili sarà attentamente vagliata e opportunamente annullata o riesaminata da cima a fondo’, queste le parole di Beppe Grillo. Inoltre sarà a breve avviata una nuova diligence su tutti gli atti già varati e una squadra di avvocati controllerà le scelte compiute dalla Raggi. In poche parole, hanno commissariato Roma. Il nuovo vicesindaco di Roma sarà eletto dai consiglieri comunali. In pole per la carica: Massimo Colomban, attualmente assessore alle partecipate, molto vicino alla Casaleggio & Associati.Massimo Colomban compare sulla scena politica nel 2010, quando si candida in Veneto senza essere eletto nella lista di centro-destra Alleanza di Centro-Democrazia Cristiana, per Luca Zaia presidente. Nel 2012, assieme a Arturo Arturo e a una decina di imprenditori fonda ConfAPRI. È stato per un po’ vicino alla Lega, poi ha fatto l’occhiolino a Renzi infine, dopo aver fatto il periplo dello schieramento politico, ha abbracciato la causa pentastellata venendo catapultato a Roma da Davide Casaleggio per meriti amicali, perché legatissimo al padre Gianroberto che di ConfApri era punto di riferimento. La Sindaca di Roma è stata commissariata in maniera surrettizia perché la la Raggi non può dimettersi: va manovrata non accantonata perché allontanarla da quella poltrona aprirebbe la strada al commissariamento del Campidoglio, a nuove elezioni, alla bocciatura del Movimento 5 stelle come forza di governo e in questo clima di elezioni politiche anticipate non si può fornire la plastica conferma dell’inadeguatezza della cosiddetta nuova classe dirigente grillina. Dunque, meglio umiliare Roma, meglio insultare una comunità, meglio spiegare a un elettorato che non conta nulla quel che loro pensano e vogliono,  ma solo quel che conta per Grillo e Davide Casaleggio. C’è però il rischio che  il prossimo avviso di garanzia dovesse avere come destinataria proprio il sindaco di Roma, Virginia Raggi. Un’ipotesi alla quale sembrano credere gli avvocati di Davide Casaleggio che hanno visionato le carte dell’inchiesta su Marra e sulle nomine in Campidoglio. E a cui, invece, non sembra dare peso la stessa Raggi che ieri, in un lungo post su Facebook, ha parlato della vicenda come una cosa da nulla: ‘È stata una settimana difficile, vorrei tranquillizzare i romani: il lavoro per la città non si è fermato. Anzi prosegue con ulteriore slancio’. Eppure non è più solo un’ipotesi giornalistica trapelata dalla Procura di Roma, bensì un fatto concreto che il pool di legali stellati ha pensato anche di commentare in una lettera, indirizzata ai vertici M5s, nella quale sono state spiegate le argomentazioni sull’ordinanza di arresto di Raffaele Marra. Quella in cui il gip giustifica la necessità della misura cautelare perché ‘Raggi si fida di lui e dunque può reiterare il reato’,  di cui è accusato. Ma quale sarebbe l’accusa per la sindaca? Abuso d’ufficio. A destare sospetto sarebbe la nomina di un altro Marra, il fratello di Raffaele, al dipartimento del turismo. Nomina che, per inciso, era finita sotto la lente di ingrandimento di Raffaele Cantone, ma che Raggi non aveva voluto in alcun modo mettere in discussione. E pure quella di Salvatore Romeo, passato da semplice funzionario a dirigente da oltre 100 mila euro l’anno. Da due giorni i pm sono passati al secondo step dell’inchiesta sulle nomine irregolari. Partendo con l’interrogatorio dell’ex capo dell’avvocatura capitolina, Rodolfo Murra, personaggio più volte citato nell’esposto presentato dall’ex capo di gabinetto, Carla Romana Raineri. Murra ha confermato che la nomina di Romeo a dirigente è stata presa solo dal sindaco e in base sulla sua fedeltà. Chiamato dalla Raggi per un parere sulla correttezza della procedura, Murra si trovò in stanza con lei, Romeo e una giovane penalista amica del sindaco. Viste le carte, l’avvocato capitolino si rifiutò di dare la propria approvazione. Stessa musica anche dell’avvocato Aristide Police, consulente del Comune. Raggi, però, è andata avanti. Vicenda che s’intreccia con l’altra nomina, quella di Renato Marra, fratello di Raffaele, che, in quanto capo del personale, si sarebbe dovuto astenere dal controfirmare la delibera che ricollocava il congiunto con tanto di aumento di stipendio (20mila euro in più). Un atto di cui, tuttavia, la Raggi si è intestata la paternità. Tutto questo trova traccia in una memoria difensiva siglata dal responsabile anticorruzione del Campidoglio, Maria Rosa Turchi, e inviata all’Anac nei giorni scorsi. Quel documento, ora, potrebbe trasformarsi in un boomerang. Perché il rischio è che oltre all’abuso d’ufficio emerga anche una falsa dichiarazione, ossia un falso in atto pubblico. Una situazione grave che tuttavia dà sostanza al post ‘salva-Raggi’ pubblicato da Grillo, nel quale il leader assolve gli eletti M5s in caso di inchieste e non chiude a una loro permanenza in carica anche in caso di avvisi di garanzia.

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