Domani alle ore 15 alla parrocchia Santa Monica ad Ostia si terranno i funerali di Omar Pace, il colonnello della Guardia di Finanza che ieri avrebbe dovuto testimoniare al processo a Reggio Calabria in cui è imputato l’ex ministro Claudio Scajola. Omar Pace però si è tolto la vita ad appena 48 ore dalla prima udienza, si è ucciso sparandosi un colpo con la pistola d’ordinanza nel suo ufficio alla Dia, dove era distaccato; il suo corpo è stato ritrovato nella mattinata lunedì, intorno alle 9:30, da un suo collega. Pace aveva fatto parte del pool di investigatori che aveva condotto, coordinato dalla procura reggina, l’indagine nei confronti di Scajola – imputato per aver favorito la latitanza di Amedeo Matacena – e per questo ieri avrebbe dovuto essere sentito dai giudici. Nello specifico Pace era riuscito a trovare l’archivio dei coniugi Matacena, che ha portato l’ex ministro sul banco degli imputati, accusato di aver aiutato Amedeo Matacena a sfuggire ad una condanna per mafia.
Gli accertamenti per stabilire la causa del terribile gesto sono ancora in corso. Secondo quanto emerso al momento il colonnello nell’ultimo periodo stava attraversando un periodo difficile della sua vita. Era profondamente segnato dalla perdita ravvicinata del padre e della sorella, oltre che dall’improvviso nuovo incarico che lo aveva visto passare alle misure di prevenzione. Il suo ufficio era stato spostato dal secondo al primo reparto e lui trasferito alla sezione antiriciclaggio dopo aver guidato brillantemente per molto tempo l’ufficio che si occupa dell’analisi delle segnalazioni sospette (Sos).
Un incarico così diverso da quello che per anni e con eccellenti risultati aveva svolto, da spingerlo addirittura – secondo alcune voci – a minacciare le dimissioni. Elementi che adesso saranno analizzati con attenzione da investigatori e inquirenti, determinati a capire cosa ci sia dietro il suicidio del testimone diretto di alcune delle più importanti indagini degli ultimi anni.
Luca Teolato