ROMA – Sono tre al momento le persone denunciate per la morte del bambino precipitato ieri nel vano ascensore della stazione Furio Camillo della metro di Roma. Secondo quanto si apprende, si tratta di un addetto Atac e di due vigilantes denunciati per concorso in omicidio colposo. Sulla vicenda sono in corso indagini dei carabinieri.
Alcuni testimoni hanno raccontato di avere visto i vigili del fuoco, avvezzi ad ogni tragedia, piangere. A recarsi alla fermata della metro anche il sindaco Ignazio Marino che ha voluto incontrare personalmente la donna ma è stato fortemente contestato dai cittadini all’uscita della metro con urla, insulti e espliciti “Vattene”. Poco dopo sul luogo della tragedia è arrivato il papà del piccolo. Con il casco della moto in mano e gli occhi pieni di lacrime è entrato all’interno per abbracciare la moglie. Lei, Francesca, piangeva disperata e non voleva lasciare la stazione. Poi il marito Giovanni l’ha convinta. Davanti alla fermata della metro si sono radunate in pochi minuti decine di persone incredule su quello che è accaduto. “Mi sento male, sono una madre anche io” ha detto una donna libanese “E’ una vera tragedia, siamo abbandonati a noi stessi” ha aggiunto un’altra. Sulla vicenda è intervenuto anche il prefetto Franco Gabrielli. “Il sentimento che provo è di sgomento, perché se un bambino di 5 anni muore il tema delle cause è secondario”, ha sottolineato. “Esprimo la mia vicinanza a chi vive una condizione di dolore e strazio”. E in segno di lutto il Campidoglio ha stabilito per stasera un minuto di silenzio durante gli spettacoli nei più importanti luoghi di cultura di Roma: dal Teatro dell’Opera all’Auditorium, Santa Cecilia. Mentre è stato annullato il dibattito con il presidente Zingaretti e sospese tutte le iniziative previste per questa sera alla Festa de L’Unità di Roma.
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