La sindaca Virginia Raggi con l'amministratore delegato di AMA, Lorenzo Bagnacani, durante una sospensione del Consiglio Comunale a Roma, 15 gennaio 2019. ANSA/MAURIZIO BRAMBATTI

Roma: esposto ex ad Ama, ‘pressioni da Raggi per portare i conti in rosso’

Un esposto in cui tira in ballo in prima persona la sindaca di Roma Virginia Raggi per avere fatto pressioni per ottenere la modifica del bilancio Ama. Un documento affidato dall’ex presidente e ad della municipalizzata dei rifiuti, Lorenzo Bagnacani, ai magistrati della Procura di Roma che da tempo indagano sui conti della azienda. Denuncia a cui il manager ha allegato una serie di chat e registrazioni da cui emergerebbero le ‘richieste’ della Raggi. Il Campidoglio smentisce le pressioni e su Fb la Raggi precisa: ‘Si pretendeva che approvassi un bilancio con il quale i dirigenti di Ama avrebbero avuto centinaia migliaia di euro in più, addirittura si ipotizzava l’aumento della tassa sui rifiuti’.

Ed esplode la polemica con Pd e l’alleato di governo Lega che chiedono le dimissioni e M5S che bolla la richiesta come ‘goffa ripicca’ per l’affaire Siri sottolineando che la sindaca ‘neanche è indagata’. E ancora su Fb Raggi attacca: ‘Hanno gli indagati e parlano di me’. E fa i nomi di Catiuscia Marini e Nicola Zingaretti, “indagati -rispettivamente- per concorsi truccati e finanziamento illecito” e Armando Siri per una presunta tangente da 30 mila euro. ‘Invece di cambiarsi le felpe, andasse a lavorare. Se mi dà la felpa da ministro dell’Interno in un giorno vado a sgomberare Casapound, a  dirlo, ospite di Corrado Formigli a Piazzapulita su La7, la sindaca di Roma, Virginia Raggi. “Salvini vuole le mie dimissioni? Pensi al suo sottosefretario, Amando Siri, indagato per corruzione.

Nel procedimento aperto a piazzale Clodio, al momento risulta indagato per tentata concussione il dg del Campidoglio, Franco Giampaoletti, oltre che l’ex ragioniere del Comune, Luigi Botteghi e il capo ad interim della Governance, monitoraggio e controllo organismi partecipati Giuseppe Labarile. La vicenda riguarda i 18 milioni di credito per i servizi cimiteriali vantati da Ama, e proprio su questi crediti Bagnacani nel suo esposto, anticipato dal sito del settimanale L’Espresso, sostiene di avere ricevuto pressioni per non inserirli nel bilancio. Versione smentita da Palazzo Senatorio che anzi sottolinea come ‘il bilancio proposto dall’ex ad Lorenzo Bagnacani non poteva essere approvato dal socio Roma Capitale perchè non avrebbe rispettato la legge’.

“Ho sentito Raggi oggi pomeriggio per chiedere spiegazioni e ripeto, sono sempre il primo a sbattere fuori chi si macchia di reati o chi sbaglia per casi gravissimi. Lei mi ha spiegato che l’azienda dei rifiuti ha un problema: che i dirigenti prendono bonus per gli utili e non perché c’è meno immondizia per strada; che i sindacati hanno usato le proteste per fare assenteismo e lei lo ha detto a un dirigente, dicendo che deve modificare il bilancio per come lo dicono i revisori dei conti”,  afferma il vicepremier Luigi Di Maio a Dritto e Rovescio, su Rete 4. “Io in quell’audio non vedo nessuno scandalo”, sottolinea.

‘L’Italia così non va avanti e ovviamente neanche Roma. Ai cittadini occorre offrire garanzie di serietà di questa classe politica non è assolutamente pronta. Dobbiamo trovare la via d’uscita, dicono nei corridoi i capi della maggioranza. Ma è una sola ed è quella della fine dell’esperienza di governo tra soggetti politici incompatibili e anche moralmente. Forcaioli gli uni e garantisti gli altri a fasi alterne quando non tocca a ciascuno di essi. È la triste parabola di una speranza che qualcuno chiamava governo del cambiamento. Invece, si vedono solo pasticci che fanno arrabbiare i cittadini che pagano le tasse e vorrebbero vedere un governo, e un sindaco,  che si occupassero di risolvere i loro problemi. Invece si pensa solo alla gestione del potere, alle nomine, alla grancassa pre-elettorale. Tutto questo deve finire e vogliamo confidare che nella maggioranza ci sia qualcuno dotato di senno per dire basta. Non si può andare avanti con ‘alleati’ che si gridano ladri o incapaci, a seconda dei casi. L’Italia ha diritto a ritrovare punti di riferimento credibili in politica. Al governo litigano su tutto, ma lo scontro di carattere morale a cui abbiamo assistito nella giornata di ieri ci ha lasciato tutti a bocca aperta: perché è in discussione l’etica. La rimproveravano proprio a ‘quelli di prima’. Tra indagati, arrestati e incapaci non dimostrano di essere migliori’, sottolinea Francesco Storace dalle pagine del ‘Secolo d’Italia’.

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