Giorgio Napolitano ha inaugurato oggi la modernissima stazione Tiburtina di Roma, destinata ad ospitare l’alta velocità e a risanare un intero quartiere della Capitale. Ma quello che doveva essere un impegno formale si è trasformato, ancora una volta, in un’occasione per lanciare un monito all’intero Paese. “Questa è un’opera splendida, una di quelle prove, in questo momento critico, che abbiamo bisogno di dare all’Europa, al mondo e a noi stessi per dimostrare una straordinaria capacità di realizzazione e innovazione”, ha dichiarato il Presidente della Repubblica dopo aver ascoltato gli interventi di Giuliano Amato, Mauro Moretti e Paolo Peluffo. Ma il momento di maggior intensità, nel discorso del presidente della Repubblica, si è raggiunto quando ha ringraziato tutti i realizzatori di questa “grande opera”, rendendo omaggio ai ferrovieri italiani che “sono stati storici pilastri dell’unità d’Italia e del mondo del lavoro nel nostro Paese”. Tutto ciò è apparso in stridente contrasto con la manifestazione che, durante la cerimonia d’inaugurazione, si stava svolgendo fuori dalla stazione, dove un gruppo di dipendenti delle ferrovie dello Stato protestava contro i licenziamenti messi in atto dall’azienda. Dunque un accorato appello a dimostrare al mondo ciò che siamo capaci di fare, quello lanciato oggi dal Presidente e, assieme, un elogio alla straordinaria capacità d’innovazione dimostrata dal nostro Paese.
Maria Teresa Nunziata