«Non possiamo indebolire il governo, soprattutto in questo momento, nel quale è necessario che l’Italia compia ogni ulteriore sforzo per la pace, attraverso la propria diplomazia e sempre dentro l’Unione europea e l’Alleanza atlantica». Lo afferma, in una nota, il deputato M5S Giuseppe d’Ippolito, che precisa: «Bisogna evitare qualsiasi tipo di contrasto politico ed archiviare letture sbrigative della guerra in Ucraina, posto che problemi complessi non possono avere analisi semplificate né soluzioni spicciole. Non possiamo ipotizzare una crisi di governo in una situazione di guerra. In questo senso, mi preoccupa la recente posizione espressa dall’ambasciatore russo Razov, che rischia di comprimere la discussione politica e di allontanare un percorso unitario per la pace, che a mio avviso interessa tutti. Non dimentico che la Russia sta tra l’altro affamando il mondo e spingendo l’Italia ad un periodo di austerità energetica. Inoltre, non trascuro il fatto che con l’Unione europea possiamo stabilire un tetto al prezzo massimo del gas». «Mi auguro che prevalga il buon senso e che si lavori, soprattutto in Parlamento, per appoggiare l’azione di pace dell’Italia, rinunciando a istinti di divisione e a tentazioni elettoralistiche di incrinare il rapporto con l’Unione europea e con la Nato. Gli italiani – conclude D’Ippolito – chiedono questo a noi 5 Stelle, non sterili discussioni sull’acquisita esclusione del terzo mandato parlamentare».
M5S nel caos, tra i nodi anche le armi all’Ucraina, sia la sorte del ministro Di Maio sia la linea politica da tenere sull’Ucraina.
Tra gli argomenti la discussione sulla linea politica da tenere sulla risoluzione di maggioranza in vista delle comunicazioni del premier Mario Draghi in Parlamento alla vigilia del Consiglio europeo del 23-24 giugno e sulle dichiarazioni del ministro degli Esteri Luigi Di Maio. Sulle decisioni prese dal Consiglio può essere chiamata ad esprimersi la base del Movimento.
”Il M5s è un’esperienza finita. Varrebbe la pena che si prendesse atto serenamente di questa realtà. E inutile l’idea di poter risollevare qualcosa che ormai è rifiutato dall’elettorato”, spiega Enrica Sabatini, socia della piattaforma Rousseau e moglie di Davide Casaleggio commentando lo scontro che si sta consumando nel Movimento 5 Stelle tra il leader Giuseppe Conte e Luigi Di Maio, in un’intervista al QN.
“Persino il simbolo è ormai un brand svuotato di tutti i contenuti positivi, che evoca solo un tradimento e smuove solo rancorosità – prosegue – Insomma, sarebbe meglio prendere quel che resta del Movimento, metterlo in una bottiglia e buttarla nell’Oceano”. I problemi secondo Lady Rousseau “sono cominciati quanto il potere si è accentrato nelle mani di alcune persone, ma in particolare con Conte che non è uomo che nasce nel Movimento, è un estraneo e anche oggi dice e fa cose che connotano chiaramente questa estraneità – racconta – È stato bravo nel suo ruolo istituzionale ed ha saputo gestire il governo, ma un conto è essere un soggetto di garanzia, un altro è essere un leader. E per essere un leader devi avere la tua visione”.
I risultati delle ultime elezioni amministrative “parlano da soli ed è emerso chiaramente che Conte non è il Movimento e gli elettori non lo votano – spiega – Sarebbe meglio che si facesse il suo partito, un partito personale anziché personalizzare il Movimento”. Mentre Luigi Di Maio “combatterà fino alla fine. Per come lo conosco, penso che difficilmente mollerà il Movimento, ma poi alla fine anche lui si dovrà rendere conto che il M5s è ormai una bad company e che sarà meglio mettere in naftalina questo soggetto politico per costruire qualcosa di nuovo, con un simbolo diverso e con una visione diversa da quella che ha contrassegnato i 5 stelle degli esordi – conclude – Non credo ci siano altre possibilità”.