A Roma ha vinto di nuovo il cemento. Nello specifico questa volta un nuovo supermercato targato Lidl, inaugurato nella Capitale la scorsa settimana nonostante sia stato costruito in una zona vincolata e, come denunciano i comitati da mesi, malgrado vi siano state numerose anomalie nell’iter burocratico che ne ha permesso l’edificazione. Il comitato No Cemento Roma Est e i residenti per mesi hanno presidiato il cantiere cercando di scongiurare la costruzione dell’ennesimo supermercato in una zona, Torpignattara, carente di aree verdi e con una densità abitativa già oltre i livelli di guardia. Ma il comitato No Cemento Roma Est non si è limitato a scendere in strada ma ha anche presentato un esposto alla Procura di Roma e un ricorso al Tar sulla vicenda. Oltre al comitato e ai residenti anche una sessantina di intellettuali ed esperti hanno sottoscritto in passato un appello affinché si sospendessero i lavori, come l’urbanista Paolo Berdini. “Nella zona in questione – spiega Berdini – c’è un vincolo. Infatti l’area rientra nel Comprensorio Casilino Ad Duas Lauros tutelato dal decreto ministeriale del ’95. Inspiegabilmente però la soprintendenza ha dato il via libera all’edificazione del supermercato, dando sostanzialmente un’interpretazione errata del vincolo”.
Ma oltre al vincolo non rispettato ci sono altre questioni che quantomeno avrebbero dovuto far scattare la sospensione dei lavori in attesa dei dovuti accertamenti. “Le sanatorie di alcuni edifici presenti nella zona dove ora hanno costruito il supermercato – spiega Enzo De Martino del coordinamento ‘No Cemento Roma Est’ – sono irregolari, cioè sono state fatte oltre i termini previsti dal Piano Casa. Così come anche le dichiarazioni di cessazione delle attività commerciali presenti precedentemente nella zona in questione. Il piano casa, appunto, prevede che le attività debbano essere dismesse entro il 30 settembre 2010 ma da alcune visure camerali che abbiamo fatto è dimostrato che alcuni esercizi commerciali hanno terminato ufficialmente la loro attività dopo tale data, taluni – conclude De Martino – l’hanno cessata nel 2014”. Le presunte irregolarità sono state segnalate alle autorità competenti ma non è successo nulla. “C’è una data – spiega Berdini – entro cui doveva essere certificato che le attività commerciali non sussistevano più. Il comitato, con cognizione di causa afferma che alcune attività sono state dismesse dopo. Qui, come per le altre questioni opache dell’istruttoria, c’è un arbitro terzo che può dire chi ha ragione, se il privato che deve costruire o il comitato? O andiamo alle guerre per bande? L’arbitro terzo in questo caso – conclude l’urbanista – è l’amministrazione comunale che però non si è espressa”. Ora bisognerà aspettare gli esiti delle indagini della Procura e il pronunciamento del Tar ma intanto decine e decine di alberi sono stati abbattuti e il supermercato è già stato inaugurato.
Luca Teolato