Non si arresta ‘l’Italia dei furbetti’: scoperta una colossale truffa messa in atto da un’organizzazione attiva nel commercio all'ingrosso di materiale elettronico e hi-tech, per evadere l'Iva sugli scambi con altri Paesi dell'Unione Europea. La frode è stata scoperta dai finanzieri del comando provinciale della Gdf di Roma nel corso di un controllo nei confronti di una società di nuova costituzione che, in un breve periodo, aveva acquistato, sulla carta, da operatori economici di altri stati dell'Unione Europea merce per oltre 13 milioni di euro. Sette persone sono state denunciate. I militari hanno sottoposto a sequestro preventivo oltre 1,2 milioni di euro depositati su vari conti correnti, quale provento dell'attività illecita. Il meccanismo fraudolento era semplice: venivano reclutati giovani disposti ad assumere la carica di amministratore nelle diverse società ‘cartiere’ costituite, che venivano interposte soltanto formalmente nei passaggi di merce, al fine di assumersi l'integrale debito dell'Iva, che non veniva mai corrisposta all'Erario. Viceversa, le imprese ‘sane’, destinatarie finali della merce, maturavano crediti dell'imposta dallo Stato, di cui veniva chiesto il rimborso ovvero la compensazione con una preesistente situazione debitoria nei confronti del Fisco. Nel corso delle perquisizioni presso le abitazioni degli indagati, oltre a documentazione commerciale che comproverebbe i sospetti degli investigatori, sono stati rinvenuti, nell'appartamento occupato da un rumeno amministratore di una delle società, circa 200 grammi di hashish. L’uomo e la sua compagna sono stati arrestati, in flagranza di reato, per detenzione di sostanze stupefacenti ed, unitamente ad altre cinque persone, dovranno anche rispondere del reato di associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale.