E’ allarme omofobia in Italia. Dopo il suicidio del 15enne gay, vittima delle critiche dei propri compagni di scuola, il Capo dello Stato punta il dito contro “ogni forma di intolleranza, che lede i diritti e la dignità della persona e ai quali bisogna opporre un fermo rifiuto”. Il presidente della Repubblica lo scrive in un messaggio inviato dal segretario generale, Donato Marra, al congresso di Arcigay.
Intanto oggi si sono tenuti i funerali del ragazzo, che si è tolto la vita lo scorso martedì. E’ piccola la bara, e passa in un silenzio assordante, quello che solo la rabbia sa creare. Due unici striscioni danno voce ai volti affranti dei presenti: “Il silenzio è il nostro dolore” e “We ll never find someone like you”. Nella basilica di San Lorenzo, dove si è svolta la celebrazione funebre, i parenti, amici e compagni e suoi coetanei. Uno degli striscioni appeso alla cancellata di ingresso della basilica, quello in inglese, è firmato da alcuni amici del 15enne.
“Lo hanno crocefisso come Gesù: ora voglio giustizia”, dichiara in preda al dolore e alla rabbia la madre del ragazzo alla fine del funerale. “Ora la mia forza sono gli amici veri, quelli che lo hanno diffamato li voglio fuori”, ha detto la donna in lacrime.