Il giorno dopo l’entrata in vigore dell’obbligo di green pass per tutti i lavoratori e alla vigilia del ritorno alle urne per i ballottaggi per la scelta dei sindaci per i sindacati, ma anche per il centrosinistra, quella di oggi sarà una manifestazione identitaria più che una manifestazione politica.

“No” ai fascismi e alla violenza, “sì” al lavoro, alla sicurezza, ai diritti. Cgil, Cisl e Uil, e con loro il centrosinistra, si preparano a scendere in piazza uniti perché l’assalto “squadrista” alla sede della Cgil di sabato scorso è considerato un attacco a tutto il sindacato confederale, al mondo del lavoro e alla democrazia.

Il numero uno della Cgil, Maurizio Landini respinge l’accusa di volersi “intromettere” nelle elezioni. Dopo l’attacco di sabato scorso, ripete, c’era bisogno di “una risposta immediata”. Per respingere la violenza fascista e unirsi attorno ai principi e ai valori della Costituzione e al lavoro.

“Saremo in piazza non con simboli di partito ma con il tricolore”, aveva preannunciato il segretario del Pd Enrico Letta. Ad una partecipazione ampia di tutte le forze politiche aveva subito richiamato anche Giuseppe Conte. Carlo Calenda esprime però la preoccupazione che la manifestazione indetta in modo unitario contro i fascismi venga stravolta dagli stessi sindacati in una manifestazione di sostegno a specifiche richieste in tema di politiche economiche, come infatti indica il sito della Fiom.

Il centrodestra non ci sarà, invocando il rispetto del silenzio elettorale, come ripetuto dalla leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, che respinge “il tentativo di scaricare le responsabilità all’unica opposizione”. “La piazza sarà di parte”, attacca il segretario della Lega, Matteo Salvini: “Ora bisogna parlare a tutti, contro gli estremisti, senza andare alla guerra”. Nei giorni scorsi Forza Italia aveva fatto sapere che avrebbe partecipato se fosse stata spostata la data.

Per Roma sarà un altro giorno di grande mobilitazione e la piazza non sarà una piazza qualunque, ma il luogo simbolo delle grandi manifestazioni: piazza San Giovanni. I sindacati chiamano all’appuntamento i cittadini e tutte le forze “sane” del Paese e la risposta si preannuncia forte.

Sono circa 800 i pullman provenienti da tutta Italia, 10 i treni speciali, più alcuni voli organizzati per consentire anche agli abitanti delle isole di raggiungere la capitale, oltre a quanti si muoveranno con mezzi propri. Previsto prima della manifestazione un concentramento a Piazza dell’Esquilino. “C’è un clima pesante nel Paese, vanno spenti focolai di eversione, di tensione e violenza”, afferma Sbarra della Cisl. “Dobbiamo ridisegnare questo Paese”, sostiene Bombardieri della Uil, ripartendo dal lavoro.

Decine le adesioni di associazioni, movimenti e partiti, da Pd a M5s e Leu, Azione, Sinistra italiana, Rifondazione comunista, Europa verde. Attesi in piazza, tra gli altri, il segretario del Pd Enrico Letta e il leader del M5s, Giuseppe Conte. Dal palco prenderanno la parola i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Maurizio Landini, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri.

Dalla piazza ritornerà la richiesta di sciogliere per legge le organizzazioni neofasciste. Tema su cui si è aperto il dibattito politico: la prossima settimana, mercoledì 20 ottobre, parte la discussione parlamentare, al Senato, sulle mozioni proposte da Pd, Leu, M5s e Italia Viva per lo scioglimento di Forza nuova e dei movimenti neofascisti.

Massima l’attenzione sul fronte della sicurezza e dei controlli, proprio dopo le violenze di sabato scorso durante la manifestazione non autorizzata dei non green pass, che ha portato anche all’arresto di esponenti di Forza nuova.

Il leader di Azione Carlo Calenda non è più sicuro della sua partecipazione alla manifestazione di domani. L’evento è previsto a Roma, durante il silenzio elettorale, come hanno sottolineato in più circostanze dal centrodestra. L’ex candidato sindaco di Roma, che ha provato un’avventura da polo civico per la capitale, venendo tuttavia sconfitto già dopo il primo turno, aveva deciso di prendere parte all’iniziativa organizzata per solidarizzare con la Cgil, dopo l’assalto dei neofascisti. Ma alla lettura del manifesto della Fiom, l’ex ministro deve aver avuto un ripensamento.

Su Twitter, infatti, l’europarlamentare, postando la locandina della Federazione Impiegati Operai Metallurgici, ha scritto quanto segue: “Avevamo dato la piena adesione a una manifestazione contro il vile assalto squadrista alla sede della ⁦ @cgilnazionale, Ma se diventa una manifestazione anche per la riduzione dell’età pensionabile e altre amenità – ha rimarcato – allora noi non ci saremo. Occorre chiarire”. E in effetti, sul manifesto, tra i vari punti, viene sollevato pure l’abbassamento dell’età pensionabile. Un provvedimento cui Carlo Calenda è contrario. La proposta della Fiom è più o meno questa: 41 anni di contributi o 62 anni per raggiunti limiti di età, poi la pensione. Il punto di vista di Azione non è questo. E i distinguo hanno iniziato a palesarsi con tutta la loro naturalezza.

Del resto, che la manifestazione di domani potesse essere strumentale, lo aveva detto in tutte le salse il centrodestra. Il deputato Andrea Ruggieri, di Forza Italia, aveva dichiarato  ad esempio a IlGiornale.it che: “È del tutto sproporzionata rispetto ai pessimi fatti che abbiamo visto con l’assalto alla sede della Cgil, ma per cui c’è la legge ordinaria che offre dei rimedi. Si manganellino, arrestino e si mettano in carcere i criminali che hanno assaltato la Cgil – ha aggiunto il parlamentare – che, però, avevano annunciato che lo avrebbero fatto e sono rimasti liberi di poterlo fare. Dopo di che, per me, tutto il resto è stato riassunto benissimo dal presidente Mattarella: fatti che turbano, ma non devono preoccupare”.