«Prima l’ha minacciata. Poi le ha sputato addosso, nei giorni del Coronavirus. La vittima dell’aggressione, avvenuta ieri, 15 maggio, alla stazione metro di piazzale Flaminio, è Giulia, una giornalista Rai di 28 anni che chiede di non rendere pubblico il suo cognome».
È il quotidiano on line Romah24 a diffondere una notizia che lascia, ancora una volta – perché, purtroppo, non è la prima – increduli. Ma veniamo ai fatti: «Verso le 13, Giulia assiste a questa scena: “Un signore in metropolitana non stava rispettando la distanza di sicurezza e non aveva la mascherina. Un passeggero glielo ha fatto notare – spiega Giulia a Romah24 – e la risposta alla critica è stata violenta. L’uomo ha cominciato a urlare, dicendo che lui, a differenza degli extracomunitari presenti in metro, si lava quattro volte al giorno”. A quel punto, Giulia inizia a riprendere la scena con il suo cellulare».
«Accade però qualcosa di imprevisto. L’aggressore – riporta il quotidiano romano – se ne accorge e si scaglia contro di lei. Arrivano le minacce, gli insulti e alcune botte alle mani della ventottenne. Giulia chiama i carabinieri, l’aggressore scende dalla metro alla fermata Flaminio e lei decide di seguirlo: “Non so ancora perché l’ho fatto – dice –. Ero sotto shock, non volevo che rimanesse impunito”. Improvvisamente l’individuo torna sui suoi passi e sputa alla giornalista: “Avevo la mascherina, ma mi ha colpito in pieno volto, infischiandosene di tutte le misure sul Covid-19”».
E non è finita, perché «nonostante sia scossa, Giulia si reca lo stesso a Saxa Rubra, negli uffici Rai dove lavora. Ma ad attenderla sul treno Roma-Viterbo c’è ancora lui. Il suo aggressore. L’individuo scende alla stessa fermata di Giulia. “Io ero ancora al telefono con i carabinieri a raccontare l’accaduto e me lo ritrovo di nuovo davanti – spiega la giornalista –. Continuano le minacce, gli insulti e le intimidazioni. Decido quindi di tornare sul treno, mentre lui va via”».
Ovviamente la giornalista Rai «ha denunciato l’accaduto ai carabinieri, fornendo loro anche un identikit accurato del suo aggressore».
Accade anche questo, purtroppo. Sputi come lame puntate alla gola. Sono le aggressioni ai tempi del Coronavirus.