Un’imbarazzante Roma agonizza a Torino. Infatti già dopo venti minuti di gioco, la Juve sembrava infierire su un corpo agonizzante come quello della squadra giallorossa. Si pensava che gli uomini di Zeman sarebbero scesi in campo con un piglio bellicoso, invece, i bianconeri hanno dettato legge sin dai primi minuti, e non è un caso che subito sia arrivato lo smottamento capitolino. Prima Pirlo su punizione, poi Vidal su rigore e una zampata di Matri hanno chiuso la pratica nella prima parte del match, lì l’arbitro poteva già fischiare la fine, perché Totti e company erano nella confusione più totale e i padroni di casa gigioneggiavano. Ridicolizzata, flagellata e mortificata questa Roma allo Juventus Stadium, davvero sconcertante questa squadra, apparsa impotente, consunta e velleitaria sin dalle prime minuti, chi prevedeva grandi scenari per i giallorossi, ora non può fare altro che ricredersi. Perché neanche una squadretta di Intersociale probabilmente dopo venti minuti si sarebbe trovata già sotto di tre reti, non c’è stata neanche la minima reazione poi, solo nervosismo e qualche impostazione di gioco affastellata alla carlona. Superiore in tutti i sensi questa Juventus che è apparsa tonica e lucida, finora l’impegno sui due fronti non ha pesato, è vero che non si è entrati ancora nel vivo, ma per il momento questa squadra non ha avvertito la benché minima stanchezza. È stata cancellata l’opaca prova di Firenze maramaldeggiando su questa Roma desolante. Nella ripresa, il rigore di Osvaldo non ha per niente scosso la squadra di Zeman, che nel finale ha subito anche il poker di Giovinco, un trionfo per Madama, un’umiliazione cocente per i capitolini. Chissà che ripercussioni avrà sull’autostima della squadra una simile disfatta, una serata disastrosa e da incubo per una compagine che molti indicano come una pretendente al titolo ma che a Torino ha dimostrato di non avere una minima idea di gioco. Azioni scriteriate e senza nerbo, anche per merito di una Juve che sa ripartire in modo veloce e concreto e difendersi con ordine e precisione contando anche su elementi di grande affidamento. Nell’anticipo del pomeriggio, il Milan non è andato al di là del pareggio a Parma. Nonostante un El Sharaawy ormai in versione bomber, non c’è stato niente da fare ed è sfumata la possibilità di bissare il successo di tre giorni fa. Il faraone aveva portato i rossoneri in vantaggio, ma Galloppa ha rimesso le cose apposto per la sua squadra. Solo un’illusione per gli uomini di Allegri, le cui fragilità non sono state mitigate ma si palesano durante i 90’. Non si sa se il Milan debba rallegrarsi per questo pareggio, ma se si punta a rientrare tra le prime, di certo non ci si può accontentare di un pari contro una squadra come quella ducale, spigolosa sì, ma non insormontabile. Va dato merito però al Parma di giocare sempre con grande ardore e intensità sul proprio campo e, dopo aver imbrigliato la Fiorentina, lo stesso è stato fatto con il Milan, la sensazione è che non sia proprio agevole farla franca al Tardini.
Maurizio Longhi