Roma, Villa Doria Pamphilj e la richiesta di restituzione del Principe Marco Andrea Doria

La villa Doria Pamphilj è un parco della città di Roma, che come molti altri parchi cittadini trae origine dalla tenuta di campagna della famiglia Doria Pamphilj, ed è,  inoltre, la sede di rappresentanza del Governo italiano. Con i suoi 184 ettari di superficie è il più grande parco romano ed è una delle ville meglio conservate della città.  L’unica manomissione si deve all’apertura della via Olimpica (via Leone XIII) che ha diviso in due l’antica tenuta. Villa Doria Pamphilj si estende su una superficie complessiva di 184 ettari ed è considerata una delle più importanti ville romane, perché conserva ancora dopo secoli la sistemazione seicentesca e le principali caratteristiche del 700 e dell’800.

 

La villa è divisa in tre parti: il palazzo e i giardini (pars urbana), la pineta (pars fructuaria), e la tenuta agricola (pars rustica). Il complesso consta di tre parti: ‘pars urbana’, comprensiva del Palazzo e dei giardini circostanti; ‘pars fructuaria’, composta dal pineto; ‘pars rustica’, che viene considerata la parte della vera e propria tenuta agricola. All’interno c’è inoltre un corso d’acqua che giunge in un lago con un’isola in mezzo di forma ellittica. Una caratteristica molto importante della villa sono i giardini, che si presentano innovatori rispetto ai canoni dell’epoca. Questi sono concepiti su due assi ortogonali, il primo perpendicolare rispetto all’acquedotto e il secondo parallelo. Applicando questa tecnica si ottiene un’intersezione nel giardino più in basso e non più intorno al Palazzo. Nel ‘700 vengono apportati nuovi elementi anche alla ‘pars fructuaria’ e, tra la metà dello stesso secolo e gli inizi dell’800, Francesco Bettini realizza un ‘Orto Agronomico’ nella parte di Villa Vecchia.

Intorno al 1840 il Principe Filippo Andrea V Doria Pamphilj, fa trasformare la villa in una moderna azienda agricola. Per fare questo annette al territorio già esistente ville e vigne sulla Via Aurelia Antica e nel 1856 acquista Villa Corsini. Dopo i danni arrecati dagli eventi che segnarono la fine della Repubblica Romana, furono fatte nuove modifiche per la realizzazione di fabbriche per usi agricoli. Tra il 1896 e il 1902 viene edificata la Cappella di famiglia, costruzione d’interesse artistico e dalle caratteristiche neomedievali.

Nel 1939 il Comune di Roma iniziò l’occupazione e l’espropriazione di Villa Doria Pamphilj, che si concluse nel 1971. L’edificio più antico della villa sorto lungo la via Aurelia Antica è conosciuto come ‘Villa Vecchia’ ed esisteva già nel 1630 quando la tenuta venne acquistata da Panfilo Pamphilj.

Oggi, il Principe Marco Andrea Doria dice basta alle Istituzioni e chiede la restituzione di Villa Doria Pamphilj alla sua famiglia. Per questo motivo dà inizio ad   una raccolta di firme.

 

Iniziativa, a dir poco, insolita.  Una raccolta firme, o raccolta di firme, è un’operazione in cui un gruppo di cittadini raccoglie firme autografe per presentare una petizione o una richiesta di referendum, o per altri motivi. Una petizione è una richiesta ad un’autorità,  generalmente governativa,  o a un ente pubblico, e può avere lo scopo di focalizzare l’interesse del destinatario su una particolare tematica. Per una petizione non è necessaria l’autentica di firma con la registrazione degli estremi di un documento d’identità, per questo le raccolte di firme su Internet hanno lo stesso valore legale anche quando non utilizzano meccanismi di autenticazione dell’utente come la firma digitale. Le petizioni possono essere abrogative,   di sensibilizzazione, o precettistiche. La legge italiana prevede: 50.000 firme per depositare un disegno di legge in Parlamento con   firme validate dalla Corte di Cassazione; 500.000 per indire un referendum abrogativo, dove le firme devono essere prima validate dalla Corte di Cassazione;  per finalità di sensibilizzazione non esiste invece un valore-soglia da superare o la necessità di convalida delle firme. L’ordinamento legislativo italiano conferisce ai cittadini il diritto di ricorrere allo strumento della petizione popolare all’art. 50 della Costituzione che recita: ‘Tutti i cittadini possono rivolgere petizioni alle Camere per chiedere provvedimenti legislativi o esporre comuni necessità’. Per le petizioni di sensibilizzazione non è obbligatoria l’autenticità di firma; chi raccoglie le firme può chiedere semplicemente gli estremi di un documento di identità. Di solito i comitati promotori raccolgono un numero superiore di firme, almeno tra il 5 e il 10%, per tenere conto di quelle che potrebbero risultare non ritenute valide dalla Suprema corte e che potrebbero quindi essere escluse dal computo.  

Principe Doria, la mia è una significativa panoramica della raccolta di firme alla quale Lei ha dato il via e, a dire il vero, non mi sembra che possa rientrare nei casi esposti. E non sembra che possa esserci una reale mobilitazione popolare per la restituzione di Villa Doria. Principe, dove vuole arrivare con questa inappropriata richiesta?

 Innanzitutto chiarisco che mia è prevalentemente una provocazione che deve colpire la sensibilità della amministrazione comunale che speriamo non ripercorra le strade del degrado. Ovviamente se parlo di degrado parlo di una discarica a cielo aperto, con rifiuti di tutti i tipi, la prostituzione, i ricoveri dei senza tetto, e l’abbandono totale della villa. La manutenzione della Villa è inesistente. Chiedo pulizia, sicurezza e decoro per uno dei parchi storici piu grandi di Roma appartenuto in passato alla mia famiglia. Se effettuate una visita sul campo, vi accorgete quale enorme spreco si consuma, ogni giorno, nei 184 ettari del parco di Villa Doria Pamphili. Spazzatura ovunque. Amianto perfino sotto gli alberi. In alcune zone trovate mobili vecchi di qualche cittadino che ha pensato bene di buttare qui i suoi avanzi di casa, così come trovate banchi di scuola, elettrodomestici fuori uso, come se fossimo in una gigantesca discarica terzomondista all’aria aperta.

             

Se la visitate potrete vede reperti archeologici e fontane lasciati in preda all’incuria, senza difese dall’erba che gli cresce intorno, ricoprendoli. E le serre vicine, a livello di struttura, sono messe anche peggio: vetrate rotte, vegetazione selvaggia e pareti ormai logorate dal tempo.

Lo stallo dei lavori di riqualificazione è ancora più evidente se si guarda oltre uno squarcio nella rete di protezione, poco dentro il verde che circonda il giardino dei Cedrati. Poco tempo fa bastava avventurarsi per pochi metri per veder spuntare la baracca di una famiglia di rom. Un grosso telo giallo usato come tenda, un trolley che faceva da porta d’ingresso, vestiti ad asciugare su un filo e su uno stendino. Accanto rifiuti, bottiglie vuote, secchi di vernice, cianfrusaglie e detriti di ogni tipo a deturpare quello che è ancora uno tra i più grandi polmoni verdi della città, meta di centinaia di romani che vengono qui ogni giorno per fare jogging ed esercizio fisico.  Gli occupanti del ‘campo’ sono attenti a rientrare prima del tramonto, ora in cui i cancelli si chiudono per riaprire l’indomani, mezz’ora più tardi dell’alba. Nell’orario di apertura, che in questa stagione va dalle 6 alle 21, i controlli sono affidati ai vigili urbani, che però non sembrano sufficientemente attrezzati per coprire un’area di oltre 190 ettari: uno, al massimo due uomini per turno, spesso a piedi, malgrado la presenza delle due auto elettriche che dovrebbero essere a loro disposizione dall’aprile scorso, ma che il più delle volte risultano inutilizzabili. Mi piacerebbe che ci fossero prati puliti e sicuri per far giocare i nostri bambini, passeggiare, far sport lontano dai rifiuti e dal degrado. Le amministrazioni che si sono succedute in questi ultimi anni hanno dimostrato scarso interesse per la gestione di questo parco.

Sia chiaro, ho parlato di inappropriata richiesta, perché le spese da affrontare per gestire in modo totalmente soddisfacente Villa Doria sarebbero spaventose. Come potrebbe riuscirci? Quale sarà il suo ‘business plan’?

Per quanto concerne il business plan   siamo ancora in alto mare, ma qualora la situazione si sbloccasse in maniera favorevole sono pronto, supportato dalla mia ‘Unisrita’  ad effettuare un piano di riqualificazione dell’area. Le faccio presente che il partner ufficiale dell’Unisrita  è la fondazione ‘Ymca’ ed è mio desiderio coinvolgerla nel piano di riqualificazione della villa in attività culturali ed accademiche attraverso un grande Polo Universitario Unisrita.

Completata la raccolta di firme quali saranno i Suoi prossimi step operativi? A chi si rivolgerà?

 All’amministrazione capitolina ed in particolar modo all’Avv. Virginia Raggi, sindaca di Roma. La informo che il prossimo 19 marzo,  alle ore 11,00,  ci sarà un’incontro con tutti i sostenitori per la riqualificazione di Villa Doria  e contestualmente si proseguirà con la raccolta di firme. I partecipanti si impegneranno nel corso della giornata alla raccolta dei rifiuti sparsi nell’area.

Roberto Cristiano

 

 

 

 

 

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