Roma: Zingaretti si sfila e Fassina pensa al M5s. Ma loro: niente alleanze

ROMA. Non ha dubbi sul suo futuro Nicola Zingaretti. Il governatore del Lazio ha infatti ribadito il suo no a correre per la poltrona del Campidoglio. Intanto la nuova Sinistra italiana di Stefano Fassina pensa a un idilliaco accordo con il Movimento 5 stelle per appoggiare un loro candidato. Ma i grillini rimangono sull’idea ‘meglio soli che male accompagnati’. Manca ancora molto alla chiamate alle urne per scegliere il nuovo sindaco della Capitale, ma già nell’arena politica si lanciano inviti e smentite. Il primo a escludere una sua corsa è Zingaretti che riafferma: “Non correrò per il Campidoglio, resto qui a concludere il lavoro avviato”. “Le mie riflessioni sul mio ruolo sono tutte concentrate a concludere un lavoro durissimo che dopo tre anni inizia a dare i suoi frutti. E’ questo il modo più serio per dare il mio contributo al centrosinistra”.

Sono parole che replicano quelle pronunciate solo poche settimane fa, con cui il Presidente del Lazio ricordava la sua candidatura in Campidoglio del 2012 poi virata sulla Regione caduta per il Batman-gate, e che sembrano mettere la parola fine a qualunque ipotesi di vederlo nel blasonato, quanto temuto, ufficio sul Colle di Roma. Dunque, quasi sicuramente accantonata la carta Zingaretti, il Pd potrebbe virare sull’ex ministro Fabrizio Barca. Ma anche su Roberto Giachetti o su di una candidatura rosa come Marianna Madia.  C’è anche il ‘jolly’ Delrio a stuzzicare il palato dei dem. In questo caso però si ritroverebbe un Marino-bis in casa (Delrio è di Reggio nell’Emilia). Senza scordarsi poi della ipotesi Franco Gabrielli, che a quanto si dice sarebbe ben gradita allo stesso Matteo Renzi. Ma dal prefetto di Roma, futuro dominus del Giubileo, finora sono arrivati solo inequivocabili rifiuti.

Sull’altro versante della sinistra, Stefano Fassina, fresco della fondazione di Sinistra Italiana, apre invece alla “possibilità di sostenere un candidato del M5s”. Paolo Cento, segretario romano di Sel, è drastico: “Il centrosinistra a Roma è finito a luglio scorso. Se Roma è senza Consiglio comunale è perché il Pd ha firmato con il centrodestra per dissolverlo, un candidato Pd-Sel non ci sarà più”. E sul M5s rilancia: “Sono pronto a incontrarli ma vanno create le condizioni”, a partire dalla determinazione a sconfiggere le destre, ma soprattutto “sulla reciprocità, che è sostanziale”.

I pentastellati però rimangano dell’idea di non fare alleanze: “Correremo con una unica lista, non faremo ammucchiate o alleanze, neanche con Fassina”, fanno sapere i grillini. “Se Fassina dice che è pronto a sostenerci siamo contenti, ma è una posizione che assume lui”. Il loro candidato, spiegano, sarà scelto attraverso una consultazione on line, ma in pole – questo pare certo – ci saranno i ‘portavoce’ capitolini e municipali. Anche SI si prepara alle urne, e presto lancerà una consultazione, che non esclude “l’interlocuzione con l’ex sindaco Marino”, spiega Massimiliano Smeriglio, vicepresidente della Regione Lazio in quota Sel, “per verificare la disponibilità di una candidatura. Ma col Pd è difficile pensare una discussione”.

Alessandro Moschini

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