Rosa Casto confermata al vertice della Fnp Cisl gallurese

Sanità malata e legge sulla non autosufficienza i problemi da risolvere.

I pensionati Fnp Cisl alla politica: “Ascoltateci”

Tra i temi più urgenti da risolvere nel territorio, la segretaria ha indicato il necessario rafforzamento dei presidi sanitari in tutti i Comuni del nord-est e la rivalutazione delle pensioni “per fare in modo che siano commisurate al costo della vita contemporaneo”.

Rosa Casto è stata confermata al vertice della Federazione dei pensionati iscritti alla Cisl Gallura, al termine dell’undicesimo congresso che si è svolto oggi nella sala conferenze dell’hotel Pausania Inn di Tempio. All’appuntamento hanno partecipato Emilio Didonè, della Segreteria nazionale della Fnp Cisl; Alberto Farina, segretario generale regionale della Fnp Cisl Sardegna e Mirko Idili, segretario generale Cisl Gallura. “Esploratori del futuro” è stato lo slogan scelto dalla Fnp Cisl Gallura per il Congresso territoriale e che disegna il futuro della federazione dei pensionati che rivendica un ruolo da protagonista nelle scelte progettuali e sociali legate al PNRR.

“I temi centrali di questo congresso – ha spiegato Rosa Casto – rappresentano le battaglie che la Fnp Cisl Gallura intende portare avanti: la riforma delle pensioni, necessaria per porre un freno all’imposizione fiscale; la stesura di una legge nazionale per regolamentare la non autosufficienza; il riordino del sistema socio sanitario completamente assente in Gallura con la mancanza quasi totale della medicina di prossimità”. Nella sua relazione, la segretaria dei pensionati della Cisl Gallura ha criticato con forza la situazione devastante della sanità territoriale, uno status quo dovuto certamente alla pandemia del Covid ma anche alla riforma sanitaria regionale, che la Casto definisce “sciagurata, sono stati accentrati la maggior parte dei servizi nell’ospedale di Olbia e depotenziati i nosocomi di La Maddalena e Tempio. Questa scelta ha lasciato scoperta un territorio vasto e impervio collegato da una infrastruttura stradale già pessima, e in ulteriore decadimento. In moltissimi dei nostri paesi mancano i medici di famiglia, i pediatri e questa estate anche alcune guardie mediche. Mancano le case della salute e tutti quegli altri presidi sanitari che permettono di esercitare il diritto alla salute”.

Emilio Didoné, segretario nazionale della Fnp Cisl, ha detto: “La politica è totalmente assente in questo Paese, lo è da decenni. Perché i problemi che stiamo affrontando ora, in termini di sostenibilità del sistema pensionistico, non nascono oggi. Nasce 50 anni fa. Ora però bisogna muoversi: negli anni ’70 c’era un pensionato ogni 4 lavoratori, ora il rapporto è quasi 1 a 1. Come si può andare avanti? I pensionati sono 16 milioni e gli occupati sono circa 23 milioni. È una questione da affrontare subito: gli anziani al giorno d’oggi vivono per lo più soli, non sono autosufficienti e devono tirare avanti con le pensioni più basse e più tassate d’Europa. Per questo motivo il problema del lavoro è la priorità da risolvere anche per noi pensionati: stiamo lasciando in eredità ai nostri figli e nipoti una bomba sociale”.

 

Sul tema della riforma delle pensioni Alberto Farina, segretario regionale della Fnp Cisl Sardegna, dichiara: “Per superare lo scalone della Fornero, è necessario che il Governo accetti la proposta del sindacato: pensione a 62 anni compiuti, indipendentemente dai contributi versati, e pensione a 41 anni di contributi indipendentemente dall’età”.

Mirko Idili, segretario generale della Cisl Gallura, ha sottolineato il ruolo fondamentale del sindacato in questo momento così critico: “La crisi sanitaria dovuta alla pandemia ha generato una crisi occupazionale tragica in Gallura. Quest’anno il settore trainante del territorio, ossia il turismo, ha avuto delle perdite enormi: il 30 per cento in meno rispetto al 2019. Perciò ecco che la crisi occupazione è diventata crisi sociale e le organizzazioni territoriali come la Caritas, come il servizio di assistenza sociale dei Comuni e come anche i sindacati, hanno dovuto garantire il sostegno alla comunità. Spesso comprando anche generi di prima necessità. Questo è stato ed è il ruolo del sindacato in questo momento, ma da ora dobbiamo pensare alla fase successiva, ossia il rilancio. Dobbiamo essere capaci di trasformare questa grande sciagura in una grande occasione da cogliere riprogrammando il sistema territoriale”.

 

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