Rottamazione cartelle, allarme Corte dei Conti: Mancati versamenti per circa 10 miliardi

La Corte dei Conti suona il campanello di allarme sulla rottamazione delle cartelle fiscali. Secondo magistratura contabile, come scrive nella Relazione sul rendiconto generale dello Stato, all’appello mancano 9,6 miliardi di mancati versamenti attesi nelle casse dell’Erario. Non vanno meglio i conti pubblici che registrano ‘fragilità’, a fronte di un quadro macro che mostra “un peggioramento”.

La Corte dei Conti esprime ‘preoccupazione’ per le condotte fiscali dovute al mancato versamento delle imposte evidenziate nelle dichiarazioni tributarie. “A fronte di un ammontare lordo complessivo dei crediti rottamati di 31,3 mld, l’introito atteso per effetto della rottamazione ammonta a soli 17,8 mld”. Di questo importo, viene evidenziato, sono stati riscossi nei termini “solo 6,5 mld, comprensivi degli interessi per pagamento rateale. A tale somma introitata deve aggiungersi la parte rateizzata ancora da riscuotere pari a 1,7 mld comprensivi di interessi pertanto – prosegue la Corte- dei 17,8 mld previsti a seguito delle istanze di definizione pervenute, 9,6 mld non sono stati riscossi o costituiscono versamenti omessi”.

Le prospettive economico-finanziarie sono a tinte fosche. Se dalla finanza pubblica emergono ‘indicazioni positive’ sono presenti anche “elementi critici connessi sia al quadro internazionale che a nuove fragilità sulle tendenze di medio-lungo termine dei nostri conti pubblici”.

Fattori di incertezza emergono sul piano internazionale dovuti al protezionismo commerciale Usa e dall’esaurimento del Qe della Bce. Sul piano interno l’indice è posto sul mancato rilancio degli investimenti pubblici e sull’assetto di un “sistema fiscale che in quest’ultimo decennio di urgenze e di emergenze è stato sottoposto a stress continui che ne hanno offuscato i principi ispiratori”

Attenzione anche alla spesa per le pensioni. Guardando alla spesa, “i vincoli posti, da un lato, in termini di equilibrio dei bilanci e di razionalizzazione (per amministrazioni locali e spesa sanitaria) dall’altro, in termini di effetti dei diversi interventi di riforma delle pensioni (per gli enti di previdenza), i dati più recenti evidenziano miglioramenti decisivi”, si legge nella relazione. Così nel 2017 “la pur limitata dinamica espansiva della spesa pubblica è per intero attribuibile al sottosettore degli Enti di previdenza – rileva la magistratura contabile – con un aumento della spesa totale dell’1,5%, che comunque vedono drasticamente ridotto il ritmo di crescita che nel periodo 2000 -2009 aveva superato il cinque percento medio”.

Infine arriva un’apertura sul reddito di cittadinanza: ancorare l’intervento al mondo del lavoro rappresenta “un nuovo diritto” e “un significativo contributo” in favore delle fasce di popolazione maggiormente in difficoltà, ma “sarebbe bene ricordare a tutti anche l’esistenza, altrettanto importante quanto sovente dimenticata, dei doveri di cittadinanza”, si sottolinea nel giudizio sul rendiconto generale dello Stato 2017 della Procura generale della Corte.

Circa Ge.Ne.

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