L’ordinanza del Garante della Privacy apre un nuovo capitolo della guerra tra Rousseau e il M5s. Con una nota, citata dal Corriere della Sera, l’Autorità ha dato cinque giorni di tempo all’associazione per consegnare i nomi degli iscritti al partito pentastellato dopo la separazione.
Ma sulla vicenda non si è fatta attendere la replica di Casaleggio: “Ci dicano prima a chi consegnarli. Per individuare il rappresentante legale bisogna seguire lo statuto e votare un comitato direttivo come deciso durante gli Stati Generali e ratificato con ben tre votazioni“. Un chiaro messaggio a Conte che, per il leader di Rousseau, non si può candidare al ruolo di leader perché non iscritto.
La sentenza è stata commentata sui social con molta soddisfazione da parte di Giuseppe Conte: “Il provvedimento del Garante della Privacy fa chiarezza e spazza via qualsiasi pretesto, confermando le ragioni del Movimento. Ora si parte, si guarda avanti. Sarà la nostra comunità a indicare la rotta. Non c’è un minuto da perdere, ci sono tanti cittadini a cui ridare voci“.
Il braccio di ferro tra Rousseau e il M5s continua. L’Associazione non sembra essere intenzionata a dare facilmente i dati degli iscritti. Casaleggio ha già avanzato la richiesta al Garante di indicare la persona a cui comunicare tutte le persone che negli ultimi anni hanno fatto parte di Rousseau.
Ufficialmente, infatti, Giuseppe Conte non è il leader del M5s. Serve un cambio di statuto e di regolamento e ancora il MoVimento questo passo non l’ha fatto. Da qui un duello verbale (e non) destinato a durare ancora per diverso tempo e non si escludono delle sorprese nel giro di pochi giorni.
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