“La condanna a due anni di reclusione per le tre ragazze punk del gruppo Pussy Riot è l’ennesima dimostrazione che lo stato Russo costituisce una sorta di dittatura dove il presidente non può essere criticato in alcun modo”. Lo scrive in una nota Franco Grillini, responsabile diritti civili e associazionismo dell’Idv: “Evidentemente il regime ha ormai paura di qualsiasi critica soprattutto se proveniente da settori giovanili e veicolati dalla musica. Ma come disse De André: ‘non si possono mettere in galera le idee’. Prima o poi anche in Russia nascerà la ‘primavera’ della democrazia. Alle Pussy Riot va tutta la nostra solidarietà e ci auguriamo che il ministro degli Esteri, Giulio Terzi, faccia sentire la voce del nostro Paese per chiedere che le tre ragazze non subiscano un carcere politico, solo per aver cantato contro il nuovo Zar delle Russie”.
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