Il presidente della Russia, Vladimir Putin, ha stravinto – come era nelle previsioni – le elezioni per la riforma costituzionale. Con il 98 per cento delle schede scrutinate, più del 78 per cento degli elettori russi ha appoggiato il disegno di legge voluto dal capo della Federazione russa.
Tra le modifiche oggetto della ratifica del voto popolare la più importante e rilevante è quella che consentirebbe a Putin di rimanere al potere fino al 2036. Attualmente, la legge non permetteva al 67enne di andare oltre i due mandati consecutivi. Con la modifica oggetto del voto referendario, invece, l’ex ufficiale del Kgb potrà aggirare questo ‘ostacolo’ e continuare a tenere le redini della Russia. Le prossime elezioni presidenziali si terranno nel 2024 e prevedono un mandato di sei anni.
Il risultato – una vittoria netta per Putin – era ampiamente atteso, ma diversi esponenti dell’opposizione russa hanno parlato di irregolarità nel voto e della mancanza di regole chiare che garantissero la trasparenza del processo elettorale. Alexei Navalny, il principale e più noto oppositore di Putin, ha definito i risultati del referendum una “grande bugia“, dicendo che non riflettono la reale opinione pubblica in Russia. Golos, organizzazione indipendente che si occupa di monitorare le elezioni, ha descritto il processo elettorale come “manipolato” fin dall’inizio, a causa soprattutto della parzialità della stragrande maggioranza dei media russi e delle molte pressioni sugli elettori compiute da una serie di compagnie e organizzazioni finanziate da organi statali.