Il premier britannico Boris Johnson ha rivelato che il piano per dare il via alla più grande guerra dal 1945 è già iniziato.
Quella che potrebbe scoppiare a breve è “la più grande guerra in Europa dal 1945“. Lo ha annunciato il premier britannico Boris Johnson che si è espresso così alla Bbc parlando di un imminente attacco della Russia all’Ucraina.
Il premier britannico Boris Johnson, sentito dalla Bbc, ha rivelato: “Tutti i segnali lasciano intendere che il piano, in un certo senso, sia già partito”.
Si intensificano inoltre le voci relative ad un’offensiva che punterebbe ad arrivare sino a Kiev: “La gente deve comprendere i pesantissimi costi in termini di vite umane”, ha aggiunto Johnson.
Una breve guida con tutto quel che è necessario sapere sulla crisi al confine tra Ucraina e Russia.
Se l’attacco della Russia in Ucraina è imminente “temo che lo indichi la realtà dei fatti. Tutti i segnali fanno pensare che il piano, in un certo senso, sia già iniziato”.
La Russia può lanciare un attacco contro l’Ucraina in qualunque momento”. Lo ha fatto sapere la Casa Bianca, sulla base degli aggiornamenti che riceve dagli esperti del team per la sicurezza nazionale presenti sul territorio.
Gli osservatori intanto hanno registrato oltre 1.500 violazioni del cessate il fuoco, mentre sono stati uccisi due soldati di Kiev nel Donbass.
E l’Unione europea insiste con la Russia perché riduca l’escalation in Ucraina con un ritiro “sostanziale” delle truppe dai confini fra i due Paesi. Lo si legge in una nota diramat dall’alto rappresentante per la politica estera dell’Ue, Josep Borrell.
La presenza di cospicue truppe è per il capo della diplomazia europea “motivo di grave preoccupazione”, “aggravata dall’aumento delle violazioni del cessate il fuoco lungo la linea di contatto in Ucraina orientale negli ultimi giorni”.
Sotto la supervisione di Vladimir Putin, accompagnato dal presidente bielorusso, Aleksandr Lukashenko, hanno preso il via in Russia le esercitazioni militari strategiche nucleari annunciate da Mosca nelle scorse ore. Sono stati lanciati un missile da crociera ipersonico, e duale, Kinzhal, da un aereo da guerra, Kalibr, che ha una gittata di duemila chilometri, e il missile ipersonico Zirkon da unità navali della Flotta del Mar Nero e della Flotta settentrionale contro obiettivi navali e basati a terra. È stato anche lanciato, dalla base di Plesetsk, nel nord del Paese, un missile balistico intercontinentale Yars, diretto alla Kamchatka. Nella regione di Astrakhan, invece, è stato lanciato un missile Iskander.
Il Cremlino ha rivendicato il carattere assolutamente routinarie delle esercitazioni, il fatto che erano pianificate da tempo e che le hanno precedute «tutta una serie di notifiche a vari Paesi attraverso vari canali». «Tutto questo – ha detto il portavoce Dmitry Peskov – è chiaramente regolamentato e nessuno solleva domande o preoccupazioni».
È chiaro, però, nel clima tesissimo di questa fase una dimostrazione muscolare di questo tipo alla presenza di Putin non arriva esattamente come un segnale di distensione. Oggi l’Ucrania ha anche denunciato la morte di uno dei suoi soldati in scontri con le milizie filorusse lungo la linea di contatto nell’est del Paese. Secondo l’esercito ucraino, la morte del militare si è verificata a seguito di un attacco dell’artiglieria pesante, intorno alle 9 ora locale, a causa delle ferite per le schegge. Di contro l’agenzia russa Tass, citando residenti locali, ha denunciato l’esplosione, nella notte, di una bomba a un chilometro dal proprio confine, nel distretto di Tarasovsky della regione di Rostov, vicino a una abitazione.
L’Ucraina sollecita «la comunità internazionale, gli Stati esteri e le organizzazioni internazionali a condannare immediatamente le provocazioni condotte dalla Federazione Russa e dalle sue “amministrazioni di occupazione” nel Donbass, provocazioni che minano il processo di composizione politico-diplomatica», ha affermato a Roma Yaroslav Melnyk. Kiev respinge categoricamente i tentativi della Russia di aggravare la già tesa situazione della sicurezza.
Kiev: «Conosciamo i giochi di Putin»
«Rimaniamo fermamente impegnati in una soluzione politico-diplomatica e, insieme ai nostri partner, massimizziamo gli sforzi per ridurre la tensione e mantenere la situazione in linea con il dialogo diplomatico», ha proseguito il diplomatico, sottolineando che il governo a Kiev capisce «benissimo che la Russia sta facendo queste mosse per aumentare la pressione psicologica sia sul governo ucraino che sui residenti dei territori temporaneamente occupati, e per formare un background informativo per nascondere l’escalation della situazione».
Ucraina-Russia, la tensione aumenta ancora e i leader separatisti del Donbass ordinano la “mobilitazione generale” e lanciano un appello ai riservisti delle autoproclamate repubbliche di Donetsk e Luhansk. II leader di Donetsk, Denis Pushilin, ha annunciato di aver “firmato un decreto per la mobilitazione generale“. In un videomessaggio di cui dà notizia l’agenzia Tass, si rivolge ai “connazionali riservisti” affinché si presentino agli uffici militari. “Faccio appello a tutti gli uomini della repubblica in grado di imbracciare un’arma a difendere le loro famiglie, i loro bambini, le loro mogli, le loro madri“, ha scritto Pushilin su Telegram rivolgendosi ai riservisti.
Anche il leader dell’autoproclamata repubblica popolare di Luhansk, Leonid Pasechnik, ha annunciato la firma di un decreto per la “mobilitazione generale”, riferisce Sputnik dopo le notizie analoghe su quanto deciso da Pushilin.
Introdotto lo stato di emergenza sul confine con Rostov
Lo stato di emergenza è stato introdotto nella regione della Federazione russa di Rostov, “a causa del crescente flusso di profughi” provenienti dalle regioni indipendentiste di Luhansk e Donetsk, ha reso noto il governatore, Vasily Golubev, dopo aver incontrato il ministro per le Emergenze facente funzione, Aleksandr Chupriyan. I ‘presidenti’ delle due regioni, autoproclamate Repubbliche popolari nel 2014, hanno chiesto ai civili di lasciare le loro case e di passare il confine.
I militari governativi ucraini e i ribelli separatisti filorussi del Donbass si sono nuovamente accusati vicendevolmente di attacchi e di violazioni del cessate-il-fuoco.
I leader separatisti nell’est dell’Ucraina, intanto, sottolineano come prosegua l’evacuazione della popolazione dalla regione denunciando attacchi nella notte. Più di 6.000 persone, compresi 2.400 bambini, sono stati trasferiti dall’area. Alloggi sono stati preparati nella regione meridionale russa di Rostov. Da Donetsk i separatisti hanno denunciato decine colpi sparati dalla mezzanotte contro il loro territorio, mentre i leader di Luhansk hanno denunciato violazioni del cessate il fuoco. Notizie che non possono essere verificate in modo indipendente. Le parti si scambiano regolarmente accuse. L’Osce ha segnalato un aumento delle violazioni del cessate il fuoco nel Donbass.