La scure di una crisi di governo preoccupa i ministri. La fragile tenuta dell’esecutivo potrebbe avere gravi ripercussioni anche sull’economia, in particolare sull’andamento dello spread. Ad esserne convinto Fabrizio Saccomanni: “Il primo impatto sarebbe sui mercati finanziari. Temo un aumento dei tassi di interesse e un riacutizzarsi dello spread che significa maggiori oneri per gli italiani”.
Saccomanni ha ricordato che “il maggior fattore frenante della crescita è il debito pubblico”, il ministro ha indicato il timore “di nuove tensioni sui mercati di titoli di Stato che creerebbero problemi di disavanzo”. I segnali positivi su una ripresa “saranno cancellati se si torna a un’incertezza politica interna e internazionale”, ha dichiarato segnalando che questa “è un’eventualità vista con preoccupazione anche dai colleghi del G20”.
”Sono fiducioso, penso che la crisi non ci sarà”, ha spiegato, a margine dei lavori al Forum Ambrosetti di Cernobbio, il ministro dell’Economia.
”Non possiamo permetterci di arrivare alla presidenza di turno dell’Ue essendo di nuovo tornati sotto la procedura di disavanzo eccessivo” con un deficit sopra il 3%. “Non ho nessuna intenzione di consentirlo”. “Sarebbe una perdita di credibilità assolutamente imperdonabile”.
Giovannini, con instabilità meno soldi per cuneo – Un’eventuale crisi di governo ”fermerebbe tanti provvedimenti importanti, sono venti, tra i quali c’è la riforma fiscale” e porterebbe ”una instabilità finanziaria che vorrebbe dire meno disponibilità per il cuneo fiscale e meno disponibilità per gli investimenti produttivi”. Lo ha detto il ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, parlando a Sky Tg 24 da Cernobbio.