La maggioranza ha approvato in commissione Lavoro un maxi emendamento che sostituisce il testo unitario delle opposizioni e affida al governo una delega per trovare entro sei mesi un meccanismo per garantire ‘retribuzioni eque’, cancellando di fatto il salario minimo. L’Aula della Camera ha poi respinto con 149 voti contrari, 111 favorevoli e 3 astenuti l’emendamento delle opposizioni che mirava a ripristinare il testo originario della proposta di legge sul salario minimo, sostituito dalla delega al governo.
I gruppi di opposizione sceneggiano, a cominciare da Elly Schlein, il ritiro della firma del Pd al provvedimento sul salario minimo: ‘Affossate una proposta giusta per l’Italia, calpestate le prerogative del Parlamento e delle opposizioni. Governare non significa umiliare le prerogative dell’opposizione, non è un diritto di cui disponete liberamente. La Costituzione non vi autorizza ad abusi di potere sulle minoranze’.
Giuseppe Conte da parte sua è per la meroliana sceneggiata d’azione con ‘iss, ess e o’malamente’. ‘Iss’ è Conte: ‘Io dico questo a quest’Aula: questo gesto proditorio non lo compirete nel mio nome né nel nome del M5S. E per questa ragione ritiro la firma da questo provvedimento perché state facendo carta straccia del salario minimo legale’, strappando il testo. ‘Ess’ è la proposta del salario minimo respinta. ‘O’ malament’ è la premier Giorgia Meloni.
Il capogruppo di FdI alla Camera Tommaso Foti ha ricordato che in passato la stessa procedura venne adottata dalla attuale opposizione con la legge Cirielli tanto che ‘venne chiamata la ex Cirielli’: ‘Quando si dice ‘ritiriamo la firma’ è un atto solo politico, non ha alcun effetto se non andare sui telegiornali parlando di pirateria politica’. Presentare un emendamento soppressivo, sottolinea Foti, ‘era un’altra strada consentita dal regolamento ma volete far scegliere a noi quale strada intraprendere?’.