Elly Schlein, ospite di In Onda, il talk show condotto da Luca Telese e Marianna Aprile. Nel corso della chiacchierata con i due conduttori la Schlein non ha di fatto risposto a nessuna delle domande spinose. La prima riguardava il suo rapporto con De Luca. Il governatore della Campania, come è noto, ha più volte criticato la segretaria del Pd e non ha mai digerito il cambio della guardia al Nazareno. Su questo punto silenzio: “Io non rispondo sul fronte personale, rispondo con la politica. Sento molto parlare di terzo mandato, vorrei ricordare che attualmente non è previsto dalla legge. Vorrei che il Pd si concentrasse sulle risposte da dare ai cittadini, delle beghe interne non frega niente a nessuno”.
‘Mi imbarazza avere gente che magari consuma 300 euro l’ora per le imbecillita’. Trecento euro sono i due terzi di una pensione minima, quindi mi domando quale credibilità possa avere chi ha questo rapporto di coerenza fra il modo di vivere e il modo di parlare’, dice il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, riferendosi alla scelta del segretario del Pd, Elly Schlein, di dotarsi di un’armocromista per curare la propria immagine.
Immediata la replica del segretario Pd. “La migliore risposta alle critiche interne è il consenso dell’elettorato del Pd. Il cambiamento non piace a tutti. Io che sono stata votata per cambiare il Pd, non rispondo a polemiche personali”, dice Schlein, a ‘In Onda’ su La 7.
“Rispondo con scelte politiche – continua, non menzionando mai De Luca – abbiamo commissionato il partito a Caserta e in Campania. Durante il congresso sono emerse irregolarità gravi in alcuni territori e dove ci sono state era un dovere intervenire. Ogni dirigente del Pd deve sentirla come sua responsabilità quella di intervenire. Chi vorrà, sarà in squadra. Dobbiamo trasparenza e rispetto delle regole ai nostri elettori. Chi pensa che va bene così, mi troverà dall’altra parte”.
La seconda questione spinosa riguarda alcune richieste di fondi per l’emergenza alluvione in Emilia Romagna, gonfiate dagli amministratori rossi. Anche qui silenzio: “Io non ci metto la mano sul fuoco, non voglio che venga strumentalizzata una tragedia come quella dell’alluvione”.
E così alla Schlein non resta che parlare di calcio. Telese rivela: “Ci sono arrivate delle foto che ci hanno stupito, lei che gioca a calcio, la sua specialità è la veronica, ci dice cos’è?”. La risposta non si fa attendere: “È un movimento per ingannare l’avversario e liberarsene”. A quanto pare lo stesso tocco di palla che ha sul campo di gioco, la Schlein non ce l’ha in politica.
Il progressismo social-comunista, più volte sconfitto dalla storia e non solo, è la bussola del nuovo Partito democratico targato Schlein. Redistribuzione obbligatoria, patrimoniali dietro l’angolo e la presenza asfissiante dello Stato in qualsiasi ambito politico e sociale. La ricetta lacrime e sangue di Elly Schlein viaggia su due binari collegati: tassare le rendite da una parte, redistribuire le ricchezze dall’altra.
La differenza di stile e di linguaggio con l’esecutivo di centrodestra e, ancora di più, con Giorgia Meloni è lampante. Mentre la premier, all’assemblea di Assolombarda, parlava di lavoro e produzione con i maggiori imprenditori italiani, il campo progressista era impegnato in un convegno di tutt’altra caratura. L’oggetto del dibattito è il solito refrain: attacchi fuori misura contro il governo di centrodestra e le sue politiche. I protagonisti principali, Giuseppe Conte, leder del Movimento pentastellato e, ovviamente, la segretaria dem Elly Schlein. Le due anime guida del “campo largo” spingono il piede sull’acceleratore. “Abbiamo un governo reazionario e della restaurazione – esordisce Conte – Getta benzina sul fuoco. In modo consapevole sta programmando un incendio sociale. Ma se uno non ha da mangiare che può fare? Si può solo disperare. Hanno usato un principio di meritocrazia fasullo e ci hanno dato solo delle prese in giro. Meloni non crede al salario minimo per legge? È comprensibile, guadagna indennità che ammontano a 30 volte il salario minimo. Voglio sperare che la Meloni che ha precarizzato ancora di più il lavoro e che smantellato il reddito di cittadinanza si renda conto che sta creando un disagio sociale e in altri paesi abbiamo visto cosa comportano. Il successo non è quando le opposizioni si parlano addosso, con tutto il rispetto. Il successo sarà quando porteremo a casa una legge che ridia dignità ai lavoratori”, così il ledaer pentastellato Giuseppe Conte, a margine di un evento a Roma Tre a cui ha preso parte con la segretaria dem Elly Schlein, risponde alle affermazioni di Meloni sul salario minimo. In un’intervista al Corriere della Sera, infatti, la premier ha manifestato le sue perplessità sull’argomento: “Non sono convinta che al salario minimo si possa arrivare per legge e l’approccio del governo va nella direzione di favorire una contrattazione collettiva sempre più virtuosa, investire sul welfare aziendale, agire su agevolazioni fiscali e contributive, stimolare i rinnovi contrattuali. Il tavolo con le parti sociali è sempre aperto e noi ci confrontiamo con tutti, senza preclusioni’.
Per Elly Schlein “l’inflazione continua a mordere forte alle caviglie delle famiglie italiane motivo in più perché il governo approvi la proposta unitaria delle opposizioni sul salario minimo. Nella nostra proposta vuol dire rafforzare la contrattazione collettiva, perché fa valere per tutti i lavoratori e lavoratrici di un settore, la retribuzione complessiva prevista dal contratto comparativamente più rappresentativo. Vuol dire anche fissare una soglia che abbiamo individuato in nove euro l’ora sotto la quale non si può scendere e non può scendere nemmeno la contrattazione. Abbiamo letto anche oggi testimonianze di persone penso a quella di una cameriera che lavora in un albergo e che dice di aver visto in questi anni i prezzi delle camere triplicare prendendo sempre otto euro l’ora. Ecco non si può più attendere, ci sono sacche di lavoro povero che vanno contrastate con misure concrete tanto più oggi che l’inflazione viaggia così alta. Continueremo come partito democratico a insistere sulla necessità di introdurre questa proposta che rafforza la contrattazione collettiva che introduca un salario minimo”.
Tassare le rendite -assicura la leader dem – non può essere un tabù, quando parliamo di redistribuzione dobbiamo dire anche questo. Tolta la maschera della moderazione la sinistra tasse e redistribuzione torna a prevalere. Giuseppe Conte le va dietro e torna a battere sul salario minimo legale: ‘Abbiamo fatto un lavoro serio, non ci siamo affidati a dichiarazioni estemporanee’. L’ala riformista dem, come riferisce il Corriere della Sera, storce il naso per le parole di Conte. Dello stesso avviso è Matteo Renzi, leader di Italia Viva e grande avversario ideologico del nuovo corso dem. Quella di Schlein – spiega Renzi a Zona Bianca – la trovo una sinistra ideologica, quando sposa le tesi di Conte o insegue temi che non interessano le persone. E in questo caso è la migliore alleata di Giorgia Meloni. Più la sinistra si radicalizza, più la destra si rafforza.