Il Prodotto interno italiano torna a crescere dopo 3 anni di cali, insieme ai dipendenti a tempo indeterminato. Caviale e Champagne per il Governo, che da più parti esalta il proprio lavoro. Oggi, infatti, l’Istat ha diffuso diversi dati, sia sul Pil, sia sull’occupazione. L’Istituto ha infatti certificato che nel 2015 la crescita dell’Italia è aumentata dello 0,8%, mentre a Gennaio 2016 i dipendenti a tempo indeterminato sono cresciuti di 99 mila unità su dicembre e di 426 mila su gennaio 2015. L’unica macchia però è rappresentata dal debito pubblico che nel 2015 ha stabilito un nuovo record, portandosi al 132,6% del Pil, il massimo dal 1995 (l’anno scorso si attestava al 132,5%). Dunque, non è oro tutto quello che luccica, visto che il debito continua a crescere e la gente – molta – continua a versare in situazioni critiche. Soprattutto i giovani fra i 15 e i 24 anni: quasi uno su due infatti non ha lavoro. Per l’Istat il tasso di disoccupazione giovanile a gennaio è risalito, arrivando a toccare quota 39,3%, il valore più alto dall’ottobre scorso. L’Italia si certifica così come ‘un paese per vecchi lavoratori’. Gli occupati crescono di fatto esclusivamente tra gli over 50.
A gennaio 2016, segnala l’Istat, questa categoria di lavoratori è cresciuta di 359.000 unità rispetto a gennaio 2015, mentre gli inattivi sono diminuiti di 106.000 unità. Nella fascia con meno di 35 anni gli occupati sono aumentati, invece, di appena 9.000 unità rispetto a gennaio 2015. Rispetto a dicembre gli occupati con meno di 24 anni sono diminuiti di 31.000 unità mentre sono aumentati di 8.000 unità coloro che hanno tra i 25 e i 34 anni.
Notizie, queste, comunque accolte positivamente dall’Esecutivo. Per il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, il governo ha mantenuto i suoi impegni di finanza pubblica in un quadro in cui la crescita c’è, sottolineando che la strategia attuata deve andare avanti lungo linee intraprese finora. Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha commentato su Facebook i dati odierni con un post “urticante per gufi e talk”. I numeri dimostrano che l’Italia è tornata, ha scritto promettendo di non lasciare l’Italia in mano ai catastrofisti che godono quando le cose vanno male. Poi afferma: “Con questo Governo le tasse vanno giù, gli occupati vanno su, le chiacchiere dei gufi invece stanno a zero”. Il Premier poi ricorda che a inizio del 2015 il Governo aveva immaginato una crescita del Pil del +0,7%, mentre è stata invece del +0,8%. “Meglio delle previsioni”, certo. Ma, come ricorda lo stesso Renzi su Facebook, il Governo Monti aveva chiuso con -2,3%; il Governo Letta con -1,9%, è da tre governi che il Pil cala. Anche prima era merito suo o forse dell’evoluzione degli scenari economici globali?
Comunque sull’occupazione si è anche espresso il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, che riconosciuto i dati come un grande risultato. Poletti ha poi ringraziato tutte le aziende e gli imprenditori che hanno avuto fiducia in loro e nel futuro e si sono assunti la responsabilità di promuovere nuovo lavoro. Il governo farà in qualche settimana un intervento per “stringere i bulloni” sui voucher, ha sottolineato il ministro. Sui buoni per il lavoro accessorio c’e’ stato infatti un boom nel 2015, che han portato però alla nascita di comportamenti illegali o scorretti che il Governo vuole sta studiando come eliminarli.
Alessandro Moschini