Con l’arrivo dell’autunno, i capelli perdono forza e splendore. Risultato? In questo periodo molti italiani sperimentano un aumento della caduta. Il problema, che si protrae fino alla fine di novembre, riguarda uomini e donne, vecchi e giovani, con un aumento di circa il 20-30% della caduta di capelli rispetto al resto dell’anno. A confermarlo è un’indagine dell’Ihrf, Fondazione di ricerca per la patologia sui capelli, presieduta dal dermatologo Fabio Rinaldi. Su 500 pazienti intervistati in tutta Italia, infatti, ben il 59% ha riscontrato un’aumento della caduta dei capelli, il 30% invece li trova più sottili e sfibrati e solo l’11% non ha rilevato nessun cambiamento particolare. A quanto sembra sono le donne quelle che soffrono di più di questo disturbo, con una percentuale del 43% che supera di molto quella maschile (29%). Così molti corrono ai ripari: con trattamenti nutritivi, indicati dal 37% degli intervistati, mentre il 28% utilizza oli e lozioni che promuovono la stimolazione cellulare, il 25% si serve di impacchi e maschere che abbiano un effetto ristrutturante e il 10% cura il problema con l’alimentazione. “Non c’è da allarmarsi – rassicura Rinaldi – è semplicemente stress legato all’estate appena trascorsa; ci si ritrova scarichi e pieni di tensione, elementi che si riflettono sul capello aumentandone il suo naturale ritmo biologico. Naturalmente soffre di più chi ha i capelli lunghi. Infatti la caduta è più accentuata, perchè a quella stagionale si aggiunge la tradizionale fragilità del capello lungo, che si spezza con maggiore facilità. A livello preventivo e precauzionale è opportuno seguire con una buona alimentazione ricca di principi nutritivi e con prodotti che ristabiliscano quelle condizioni ideali dei capelli”. L’esperto suggerisce “integratori con aminoacidi o lozioni a base di polipeptidi, che sono delle piccole parti dei fattori di crescita che promuovono la stimolazione cellulare e quindi la formazione di capelli nuovi. Se la caduta non si limita al cambio di stagione, ma prosegue anche negli altri periodi dell’anno, occorre rivolgersi a specialisti che consiglieranno gli opportuni esami tricologici”.
(Fonte AdnKronos)