La crisi economica che sta interessando le famiglie italiane, non si abbatterà solo sui conti in banca e il lavoro, ma anche sulle culle e la salute infantile. Con la recessione globale del 2008-2009 si è invertita la tendenza che aveva portato al recupero della fertilità anche in Italia, e a causa dei redditi più bassi le famiglie più povere ridurranno le spese per gli alimenti, con gravi conseguenze sullo stato nutrizionale dei bambini.
Sono alcune delle previsioni contenute nello studio di Giorgio Tamburlini, del Centro per la salute del bambino ONLUS, pubblicato su “Medico e bambino”.
“La recessione globale ha invertito la tendenza al recupero della fertilità – spiega Tamburlini – Dei 27 Paesi dell’Ue, la fertilità era aumentata in 26 nel 2008 (tranne il Lussemburgo), mentre nel 2009 è calata in 13 Paesi e si è stabilizzata in altri 4”. In particolare i giovani senza figli hanno avuto meno bambini durante la recessione, mentre le donne con elevato livello educativo hanno posposto la gravidanza e i maschi disoccupati hanno avuto più difficoltà a trovare una compagna.
Al contrario le donne meno istruite hanno mantenuto o incrementato la fertilità.In Italia il segno del saldo complessivo resta inferiore di qualche punto percentuale, “ovvero di qualche decina di migliaia di bambini nel giro dei prossimi 4-5 anni – continua – e molto verosimilmente si arresterà quella piccola ripresa della natalità che vi era stata”. La crisi avrà effetti anche sulla salute dei bambini, con un peggioramento della loro alimentazione. Un effetto che non si sentirà nel medio-lungo termine, arrestando o invertendo la tendenza al miglioramento che esiste da decenni. “La cosa più probabile – conclude Tamburlini – è che il peggioramento delle condizioni di alcuni gruppi sociali porti a un ulteriore aumento delle disuguaglianze, e anche dei problemi di salute mentale sia tra gli adolescenti, giovani e adulti, che tra i bambini, di riflesso alla situazione familiare”.