Trecentotrentotto sono le persone morte per arresto cardiaco sui campi da calcio dilettantistici o amatoriali dal 2006 al 2010. A censirli, utilizzando le notizie apparse sui quotidiani locali, sul web e tramite il passaparola tra addetti del settore è stata la Fondazione Giorgio Castelli, una onlus nata per ricordare un giovane calciatore dilettante di appena 16 anni morto sul campo di gioco per un infarto mentre si allenava con la sua squadra.
E’ stato il suo papà Vincenzo Castelli, medico all’ospedale “Vannini” di Roma, che insieme ai fratelli Valerio e Alessio ha voluto portare avanti in questi anni una battaglia per “dare voce” ai casi di morte per arresto cardiaco che si registrano nel nostro Paese a livello dilettantistico e amatoriale.
Dai dati della ricerca è emerso che, tra i 20 milioni di italiani che praticano sport per hobby spesso senza effettuare controlli preventivi, come avviene invece a livello professionistico, i più a rischio sono coloro che si dedicano a calcetto, calcio e ciclismo.
“Noi vogliamo ribadire che lo sport fa bene, in alcuni casi aiuta addirittura a prevenire le malattie metaboliche (come ad esempio il diabete ndr) – spiega Castelli – ma riteniamo che ci sia bisogno di effettuare maggiori controlli sui ragazzi che lo praticano e preparare gli operatori all’utilizzo corretto del defribillatore”. “Questo perchè è necessario fare un salto culturale e non considerare più l’arresto cardiaco come qualcosa di ineluttabile – continua – nei primi 4-6 minuti da quando si verifica, invece, e’ possibile salvare chi viene colpito”. Per questo grazie a un collaborazione con la Federazione Italiana Gioco Calcio (Figc), quattromila aspiranti allenatori sono stati formati all’utilizzo corretto dei defibrillatori, altri 2mila della cosiddetta Uefa C faranno invece prossimamente il corso. Non solo: la Onlus Giorgio Castelli ha donato in questi anni 370 defribrillatori, formando circa 5mila operatori sportivi di Roma e del Lazio. Inoltre con il ricavato del 5X100 sono state acquistate tre autovetture distribuite al 118 come auto mediche.
Altra sfaccettatura degli eventi “sportivi” riguarda poi anche gli spettatori: in stadi con più di 50mila spettatori si verifica un infarto ogni 5/10 partite, stando a una comunicazione dei cardiologi sportivi: anche in questo caso l’unico modo per salvare chi viene colpito improvvisamente e’ intervenire tempestivamente con il defibrillatore.