Uno studio della Duke University (Usa) pubblicato sulla rivista ‘Archives of Internal Medicine’, ha affermato che lLa crisi fa male al cuore. Ritrovarsi senza lavoro per la prima volta o cercarlo disperatamente dopo il secondo o terzo licenziamento può portare ad aumento del rischio di infarto del miocardio. La ricerca ha esaminato l’associazione tra la disoccupazione e i rischi di essere colpiti dall’infarto su una popolazione di 13.451 adulti americani tra i 51 e i 75 anni. Il gruppo di studio è stato seguito per otto anni dal 1992 al 2010 con una visita medica ogni due. “I risultati hanno dimostrato – afferma Mattheew Dupre, autore del lavoro – che il pericolo di rimanere vittime di un infarto è più significativo nel primo anno senza lavoro. Abbiamo scoperto – precisa – che i pericoli per la salute del cuore sono più elevati quando connessi alle perdite di posti di lavoro, rispetto ad altri fattori di rischio tradizionali, come il fumo, il diabete mellito e l'ipertensione”. Il gruppo di studio, con un’età media di 62 anni, ha riscontrato 1.061 infarti (7,9%). Il 14% delle persone è disoccupato come indicano le statistiche, il 69% ha riportato uno o più licenziamenti e il 35,1% ha invece passato molto tempo senza lavoro. Secondo i ricercatori “in media chi è senza lavoro ha un fatto di rischio 1.35 volte più alto di incorrere in un infarto rispetto a chi ha un lavoro. Questo indice passa a 1.63 quando si è perso il lavoro per più di quattro volte.
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