‘Per me non ci dovrebbe essere nessun limite alla spesa in contante: ognuno è libero di pagare come vuole e quanto vuole’. Così Matteo Salvini all’assemblea Confesercenti, in un passaggio del suo intervento. Il ministro dell’Interno e vicepremier si è infatti soffermato sul limite all’uso del contante per i pagamenti, fissata a 3mila euro; si tratta della soglia introdotta dal decreto legislativo 90/2017 per le norme antiriciclaggio, concernente anche assegni e libretti.
Secondo il decreto è vietato trasferire denaro contante o titoli al portatore tra privati senza avvalersi dei soggetti autorizzati, come le banche, per importi pari o superiori a 3mila euro. Per cifre maggiori è necessario utilizzare metodi che garantiscano la tracciabilità del trasferimento, pena una sanzione compresa tra i 3mila e i 50mila euro. Un limite che Salvini non approva. ‘Fosse per me non ci dovrebbe essere alcun limite alla spesa con denaro contante’, ha spiegato il leader leghista dal palco di Roma.
L’uscita di Salvini però sembra non trovare particolare seguito nel Movimento 5 stelle, al di là del fatto che un provvedimento in questo senso non è inserito nel contratto di governo tra le due forze politiche, anche perché i pentastellati si sono più volte spesi per la riduzione dell’utilizzo del contante. Il capo politico del Movimento, Luigi Di Maio, ha infatti chiarito che ‘nel contratto questo punto non c’è, lavoriamo su altri fronti: per esempio quello che vivono tanti commercianti in Italia, nel pagamento elettronico, dobbiamo eliminargli i costi’.